1. Il Decreto del MASE che definisce gli incentivi all’agrivoltaico
L’Agrivoltaico può finalmente partire. Il 14 febbraio scorso, infatti, è entrato in vigore il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica che stabilisce gli incentivi a disposizione delle aziende agricole che decidono di installare un impianto fotovoltaico innovativo sui propri terreni. A questo punto (nel momento in cui scriviamo) mancano solo le regole operative del GSE che saranno pubblicate con un ulteriore decreto del MASE. Le regole operative conterranno, tra le altre cose, tutte le tempistiche dettagliate per partecipare ai bandi che saranno aperti a partire dal 2024.
Con il Decreto Agrivoltaico si potranno finalmente concretizzare gli obiettivi che aveva posto il Dlg 199 del 2021: entro il 30 giugno 2026 si punta a realizzare nei campi, sistemi agrivoltaici di natura sperimentale (fotovoltaico innovativo) per una potenza complessiva pari almeno a 1,04 GW e una produzione indicativa di almeno 1.300 GWh/anno, in coerenza con le misure di sostegno agli investimenti previsti dal PNRR che ha stanziato oltre 1 miliardo di euro complessivi.
2. Agrivoltaico sperimentale o avanzato: le caratteristiche
Il requisito principale di un impianto agrivoltaico di natura sperimentale (chiamato anche agrivoltaico avanzato o, semplicemente, agrivoltaico) è che sul terreno dove viene installato l’impianto fotovoltaico deve essere garantita la continuità dell’attività di coltivazione e pastorale, valorizzando il potenziale produttivo di entrambe le produzioni (quella di energia e quella agricola).
Ma quali caratteristiche deve rispettare un impianto agrivotaico?
Deve adottare soluzioni innovative con montaggio dei moduli elevati da terra in modo da non compromettere le attività agricole (anche con l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione) e deve includere sistemi di monitoraggio, sulla base delle Linee guida CREA-GSE. Queste linee guida consentono di verificare l’impatto dell’installazione fotovoltaica sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture. Le regole applicative che seguiranno specificheranno anche gli indicatori da tenere in considerazione per il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici (per approfondire leggi anche Agrivoltaico, l’energia rinnovabile in sinergia con l’agricoltura).
3.Chi può accedere agli incentivi per l’agrivoltaico
Diversificazione energetica significa utilizzare diverse fonti energetiche e metodi di approvvigionamento, non dipendendo più solamente da una singola fonte e da un solo fornitore. La diversificazione aumenta logicamente il livello di sicurezza: esattamente come accade con la diversificazione degli investimenti, se uno risulta in perdita ci saranno sempre gli altri che potranno compensare.
Se una fonte energetica diventa difficile da reperire o troppo costosa, si può dirottare il fabbisogno su altre fonti senza dover forzatamente attuare politiche di austerity o, per quando riguarda le imprese, senza dover ridurre la produzione a causa dell’aumento dei costi.
4. Quanto valgono la tariffa incentivante e il contributo in conto capitale
Ecco cosa prevede il Decreto del MASE riguardo agli incentivi. Precisiamo subito che non sono cumulabili con altri incentivi pubblici o regimi di sostegno e che sono alternativi sia al ritiro dedicato che al meccanismo di scambio sul posto.
Sono previste due diverse forme di sostegno:
• contributo a fondo perduto in conto capitale che copre al massimo il 40% dei costi ammissibili;
• tariffa incentivante applicata alla produzione di energia elettrica immessa in rete.
La copertura finanziaria dei contributi in conto capitale è assicurata dalle risorse stanziate dal PNRR (circa 1 miliardo e 99 milioni di euro), mentre la tariffa incentivante sarà coperta tramite componenti tariffarie che l’ARERA inserirà nelle bollette elettriche.
Il costo ammissibile per fruire del contributo in conto capitale è pari a 1.700 €/MWh per impianti fino a 300 kW e a 1.500 €/KWh per quelli più grandi.
La tariffa incentivante di riferimento, invece, è pari a 93 euro/MWh per gli impianti fino a 300 kW, mentre per quelli di potenza superiore scende a 85. Su questa tariffa si giocheranno le aste al ribasso per aggiudicarsi gli incentivi per un determinato contingente di potenza (lo spieghiamo più avanti).
Queste tariffe di riferimento possono essere corrette a seconda della zona geografica, quindi dei diversi livelli di insolazione. In particolare, per le regioni del Centro (Lazio, Marche, Toscana, Umbria, Abruzzo) è prevista una maggiorazione di 4 €/MWh, mentre per il nord Italia la maggiorazione è di 10 €/MWh. DI seguito riportiamo la tabella riepilogativa contenuta nel Decreto.
1.Tariffe di riferimento e costi massimi ammissibili
Potenza kW | Tariffa €/MWh | Costo €/kW |
1<P≤ 300 | 93 | 1.700 |
P > 300 | 85 | 1.500 |
2.Correzione della tariffa
La tariffa è corretta per tener conto dei diversi livelli di insolazione, sulla base della seguente tabella:
Zona geografica | Fattore di correzione |
Regioni del centro (Lazio, Marche) Toscana, Umbria , Abruzzo | + 4Euro/MWh |
Regioni del centro del Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia,Piemonte, Trentino-Alto Adige , Valle d'Aosta, Veneto) | + 10 Euro/MWh |
Nei limiti di costo al kW che abbiamo specificato sopra (1.700 €/MWh o 1.500 €/KWh a seconda della potenza dell’impianto), sono ammissibili le seguenti spese:
• moduli fotovoltaici, inverter, strutture per il montaggio dei moduli, sistemi elettromeccanici di orientamento moduli, componentistica elettrica; tutti i componenti devono essere nuovi;
• fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo;
• attrezzature per il sistema di monitoraggio previsto dalle Linee Guida CREA-GSE, compresi programmi software funzionali alla gestione dell’impianto
• connessione alla rete elettrica nazionale;
• opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento;
• acquisto, trasporto e installazione macchinari, impianti e attrezzature hardware e software, studi di prefattibilità e attività preliminari;
• progettazioni, indagini geologiche e geotecniche effettuate dal progettista;
• direzioni lavori, sicurezza, contabilità lavori;
• collaudi tecnici e amministrativi, consulenze.
Agli impianti fino a 1 MW di potenza sono assegnati 300 MW complessivi incentivabili per i quali è prevista una procedura di iscrizione in appositi registri che determineranno la graduatoria. Questa porzione di incentivi è riservata a imprenditori agricoli e loro aggregazioni (cooperative, società agricole, consorzi).
I restanti 740 MW del contingente complessivo incentivabile, invece, saranno assegnati tramite procedure competitive, ossia delle aste al ribasso sul prezzo della tariffa incentivante (la riduzione percentuale sulla tariffa di riferimento non dovrà essere inferiore al 2%). In questo caso gli impianti agrivoltaici potranno avere qualsiasi potenza e l’accesso agli incentivi non è riservato solo agli imprenditori agricoli o alle loro aggregazioni, ma anche alle associazioni temporanee di impresa che includano almeno un imprenditore agricolo.
Nel corso del 2024 il GSE aprirà i bandi per 60 giorni mettendo a disposizione periodicamente diversi contingenti di potenza per registri e aste, eventualmente incrementati dalle quote di risorse non assegnate nelle procedure precedenti. Le graduatorie saranno pubblicate entro i 90 giorni successivi alla chiusura di ogni singola procedura.
Le domande di partecipazione per l’accesso agli incentivi dovranno essere inviate al GSE esclusivamente tramite il sito www.gse.it, secondo modelli che saranno definiti nelle regole operative. Se le domande dovessero superare il contingente messo a disposizione per registri e aste, il GSE darà priorità (a parità di riduzione di offerta sulla tariffa incentivante) alla maggiore percentuale di energia elettrica autoconsumata e alla data di completamento della domanda di partecipazione.
Gli impianti risultanti in posizione utile nelle relative graduatorie dovranno entrare in esercizio entro diciotto mesi dalla comunicazione dell’esito della procedura, e comunque non oltre il 30 giugno 2026.
Una volta che l’impianto agrivoltaico sarà entrato in esercizio, il GSE erogherà la tariffa incentivante per 20 anni, secondo le seguenti modalità:
Per quanto riguarda, invece, l’erogazione del contributo in conto capitale, le modalità saranno precisate con il decreto del Ministero contenente le regole operative.