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Diagnosi Energetica nelle industrie italiane, obblighi e vantaggi

Scritto da Industriale Viessmann | 28 luglio 2023

Le grandi imprese e le imprese energivore devono effettuare una Diagnosi Energetica ogni quattro anni. È lo strumento preliminare per ottimizzare i consumi e risparmiare.

 Indice:

  1. Efficienza energetica nelle imprese industriali: la situazione
  2. Obbligo Diagnosi energetica: quali imprese devono farla
  3. Come si svolge e chi effettua l'analisi
  4. Quanto costa una Diagnosi Energetica
  5. I vantaggi della Diagnosi Energetica
  6. A che punto sono le Diagnosi Energetiche in Italia

 

Mai come nel 2022 l’efficienza energetica è diventata un obiettivo forzato per tutte le imprese nazionali ed europee. Il caro energia, infatti, nel 12 mesi passati non ha dato tregua ai consumatori grandi e piccoli di elettricità e gas, e la riduzione dei consumi si è delineata all’orizzonte come l’unica soluzione possibile per mantenere la competitività, insieme alla produzione e all’auto-consumo di energia da fonti rinnovabili. E questa, tra l’altro, è una strada “win-win” virtuosa su più fronti, perché ci porta anche nella direzione della transizione energetica necessaria per contrastare i cambiamenti climatici.

E se l’efficienza rappresenta uno strumento essenziale per ottimizzare i consumi delle imprese, la Diagnosi Energetica è lo strumento indicato per identificare gli interventi che consentono di efficientare.

 

1.Efficienza energetica nelle imprese industriali: la situazione

A partire dal 2020 l’efficienza energetica nelle imprese industriali italiane è andata costantemente migliorando e si sono ottenuti risultati importanti. Secondo i calcoli utilizzati dall’indice tecnico ODEX riportati dall’Enea nell’ultimo Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica, fatto 100 il livello espresso dall’indice nel 2000 si è passati dopo 20 anni a un valore inferiore a 74, con un miglioramento del 26,4% e un tasso annuale medio di progresso dell’1,5%. L’industria si è comportata meglio degli altri grandi comparti (residenziale, trasporti, servizi), che sono migliorati di meno sul fronte dell’efficienza. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione previsti dall’Europa e per riuscire a contrastare il caro energia, tuttavia, questi risultati non bastano ed è necessario uno sforzo aggiuntivo.

L’indice ODEX, sviluppato nell’ambito del progetto europeo ODYSEE-MURE , è in grado di valutare i miglioramenti dell’efficienza energetica nei diversi settori, al netto degli effetti dei cambiamenti strutturali e di altri fattori non legati all’efficienza. Secondo questo indice, quindi, l’impatto delle limitazioni delle attività economiche durante i lockdown causati dalla pandemia Covid nel 2020 non hanno avuto effetti sul calcolo dell’efficienza.

 

2.Obbligo Diagnosi energetica: quali imprese devono farla

L’articolo 8 del D. Lgs. 102/2014, che ha recepito la Direttiva 27/2012/UE, obbliga le grandi imprese e le imprese a forte consumo di energia a redigere, a partire dal dicembre 2015 e poi successivamente ogni 4 anni, una Diagnosi Energetica (o Audit energetico) dei propri siti produttivi entro il 5 dicembre dell’anno d’obbligo, e ad inviarla al portale ENEA Audit102 entro la scadenza prevista.

  • Le grandi imprese sono quelle che occupano oltre 250 persone e hanno un fatturato superiore a 50 milioni di euro (o con un bilancio annuo superiore a 43 milioni); sono escluse dall’obbligo di Diagnosi Energetica, a partire dalla scadenza del dicembre 2020, le grandi imprese con consumi complessivi inferiori a 50 Tep, come previsto dall’ Art. 8 comma 3 bis del D.Lgs. 102/2014.
  • Le imprese a forte consumo di energia sono quelle iscritte nell’elenco della CSEA (Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali).

Se un’impresa ha adottato uno dei Sistemi di Gestione Energia secondo le norme EMAS, ISO 50001 ed EN ISO 14001 è esonerata dalla Diagnosi Energetica, a condizione che il sistema adottato includa un Audit conforme a quanto stabilito dal decreto legislativo 102/2014.

Durante il 2021 sono state introdotte novità normative relative alle Diagnosi Energetiche. In particolare, la nuova norma EN 16247 allinea le definizioni a quelle della famiglia di norme tipo 50001. Introduce inoltre tre livelli di diagnosi, dei quali il primo coerente con l’art.8 della Direttiva Europea 27/2012, mentre il secondo e il terzo, più complessi, sono facoltativi.

 

 

3. Come si svolge e chi effettua l'analisi

La Diagnosi Energetica ha l’obiettivo di realizzare un rapporto che definisce la “struttura energetica aziendale”, ossia la fotografia dell’impresa dal punto di vista dei consumi e delle prestazioni energetiche, con informazioni qualitative e quantitative. Per arrivare alla stesura di questo documento è necessario seguire un processo di audit definito nelle linee guida dell’Allegato 2 del D. Lgs 102/2014, che corrispondono ai criteri minimi contenuti nelle norme tecniche UNI CEI EN 16247. In estrema sintesi, questo sono i principali capitoli di una Diagnosi:

  • inventario relativo a ogni vettore energetico utilizzato (elettrico, termico, vapore, acqua surriscaldata, eccetera), che riporta i consumi annui del vettore tra le varie utenze o destinazioni d’uso;
  • individuazione di inefficienze e criticità, mettendo in relazione gli indici di prestazione energetica globali e quelli delle aree funzionali con i benchmark di mercato (se disponibili) oppure con indici interni all’organizzazione:
  • indicazione dei possibili interventi di efficientamento energetico con una valutazione tecnico-economica.

Gli unici soggetti che possono effettuare una Diagnosi Energetica sono soggetti certificati da organismi accreditati: ESCO (Energy Service Company) certificate UNI CEI 11352 oppure EGE (Esperti in Gestione dell’Energia) certificati UNI CEI 11339.

 

4. Quanto costa una Diagnosi Energetica

Definire un costo standard per una Diagnosi Energetica non è possibile, perché le variabili in gioco sono moltissime e dipendono dalle dimensioni e dalla complessità della struttura produttiva aziendale e dal suo livello di organizzazione. Secondo un'analisi di Assoege (Associazione Esperti Gestione Energia) è possibile utilizzare un modello basato sulle esperienze di chi opera in questo ambito, che considera i “giorni uomo” mediamente necessari alla realizzazione del rapporto di Diagnosi. La variabilità è estrema, a seconda del settore: si può andare dagli 8 gg/uomo per una piccola struttura del terziario fino ai 44 gg/uomo per una grande impresa del settore chimico/farmaceutico o della raffinazione, con una media di giorni/uomo, considerando tutti i settori, compresa tra 10 e 24. Esistono poi dei fattori di correzione, in positivo o  in negativo: ad esempio, la disponibilità dei dati di consumo in bolletta degli ultimi anni può influire riducendo il numero di gg/uomo del 25%.

 

5. I vantaggi della Diagnosi Energetica

Effettuare una Diagnosi Energetica comporta una serie di vantaggi importanti, soprattutto in un periodo caratterizzato dagli altissimi costi energetici come è quello che stiamo vivendo. E non solo per le imprese soggette all’obbligo, ma anche per tutte le realtà che decino di sottoporsi volontariamente all’Audit. Ecco i principali:

  • risparmio sui costi energetici in bolletta;
  • ottimizzazione della struttura e riduzione degli sprechi energetici;
  • maggiore ecosostenibilità dell’impresa grazie alla riduzione delle emissioni di CO2;
  • aumento della competitività aziendale grazie all’abbassamento dei costi di produzione.

Ovviamente, questi vantaggi si concretizzano se a seguito di una Diagnosi si realizza almeno un intervento di efficientamento. Non a caso, il Decreto Legislativo 73/2020 (che ha aggiornato il Decreto legislativo 102/2014) impone alle imprese energivore di effettuare almeno un intervento di efficientamento energetico tra quelli individuati dalla Diagnosi, oppure ad adottare un sistema di gestione dell’energia ISO 50001 (leggi anche l'obbligo di Diagnosi Energetica ha ricadure positive sll'efficienza).

 

6. A che punto sono le Diagnosi Energetiche in Italia

Ma a che punto sono le imprese italiane nell’efficientamento dei propri processi e delle proprie strutture? Gli ultimi dati che abbiamo a disposizione sono quelli contenuti nell’11° Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’Enea e sono riferiti al 2021.

Come già avvenuto nel 2020, anche nel 2021 il numero di Diagnosi pervenute ad ENEA è stato nettamente inferiore al 2019; questo fatto, tuttavia, è normale, dato che il 2021 è stato il terzo anno di obbligo del secondo ciclo di Diagnosi, dunque la maggior parte delle imprese aveva già realizzato la diagnosi nel 2019. Complessivamente, sono state caricate sul portale ENEA 629 diagnosi energetiche da parte di 469 imprese, delle quali 174 grandi imprese e 271 imprese energivore, oltre e 24 imprese sia grandi che energivore. Le Diagnosi energetiche inviate caricate sul portale Audit 102 di Enea a dicembre 2021 riportano 317 interventi effettuati da soggetti obbligati, da parte di 130 imprese. Quindi è stato realizzato meno di un intervento ogni due diagnosi presentate, ed è ancora poco. Gli interventi individuati attraverso le diagnosi, invece, sono ben 1.837.