La riduzione dei consumi è soltanto la parte più visibile degli effetti benefici generati da un investimento di efficienza energetica. Competitività, riduzione dei rischi, capitalizzazione e brand reputation fanno invece parte degli aspetti collaterali.
L’efficienza energetica vale. È un dato di fatto. Se fino a qualche tempo fa, però, il metro di valutazione era prettamente quello dei kWh o dei metri cubi di gas risparmiati, oggi il concetto di valore si sposta dai canoni tradizionali assumendo un significato più ampio.
La nuova sensibilità in materia di energia e ambiente porta a considerare i benefici sul core business in maniera complessiva, tenendo conto anche delle ricadute positive di tipo non energetico. Efficienza si traduce infatti in risparmi nei consumi, ma sono sempre più evidenti i vantaggi derivanti dai minori costi di manutenzione e di gestione degli impianti, dalla riduzione delle emissioni di gas serra, dai risvolti in campo occupazionale, di benessere e anche di brand reputation. Una lunga serie di benefici sommersi in grado di garantire maggiore competitività a livello industriale. (Leggi anche "Cos’è il bilancio di sostenibilità e perché conviene alle imprese").
L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha evidenziato che a seguito di un intervento di efficienza energetica possono essere riscontrati benefici energetici e ricadute positive non energetiche (vengono chiamate NEBs, non energy benefits), oltre a qualche ricaduta negativa non energetica (NELs, non energy losses), come ad esempio, la possibile interruzione momentanea dell’operatività in occasione della sostituzione di impianti o la necessità di reperire o formare personale. Ma gli effetti negativi sono trascurabili rispetto ai vantaggi apportati e, in genere, sono strettamente legati al contesto in cui l’intervento di efficienza energetica viene realizzato.
I benefici energetici
Trattasi degli effetti immediati e diretti dell’investimento, che si realizzano nel breve o medio periodo e hanno un riscontro oggettivo e misurabile. I benefici energetici consentono di recuperare il capitale investito attraverso il risparmio di energia tradotto in tagli in bolletta, l’eliminazione degli sprechi, l’ottimizzazione degli impianti e, in estrema sintesi, la diminuzione dei costi di produzione e l’aumento della competitività.
Le ricadute positive non energetiche
La IEA evidenzia almeno altre 14 conseguenze positive che un investimento in efficienza energetica può generare.
- Riduzione emissioni climalteranti: meno energia consumata derivante da combustibili fossili uguale meno emissioni in atmosfera. Un’equazione in grado di ridurre le emissioni di CO2 generate nei principali settori industriali.
- Inquinamento locale: l’impatto delle aziende viene ridotto non solo a livello globale, ma anche sul territorio di insediamento, favorendo il miglioramento della qualità dell’aria e un benessere diffuso per il personale dipendente e per la comunità locale.
- Sicurezza degli approvvigionamenti: l’Italia presenta una dipendenza energetica dall’estero vicina all’80% del proprio fabbisogno. L’efficienza diventa quindi non solo un’opportunità, ma anche un’esigenza visto che può ridurre il rischio di un’eventuale limitazione o indisponibilità di fornitura.
- Fornitura di energia: meno carichi sulla rete, più qualità e continuità della trasmissione. Più indipendenza, maggiore possibilità di sviluppare attività anche in zone caratterizzate da difficili condizioni ambientali.
- Prezzo dell’energia: ottimizzare i consumi mette al riparo l’azienda da eventuali variazioni di prezzo delle materie prime energetiche, rappresentando un’assicurazione sullo sviluppo dell’attività.
- Produzione industriale: i benefici energetici generano una riduzione dei costi di produzione e ambientali, con nuovi spazi nel budget da investire in nuove attività o nel miglioramento di quelle esistenti.
- Risorse disponibili: il risparmio economico generato dall’efficienza e la maggiore stabilità derivata da una crescente indipendenza energetica, libera risorse per altre attività aziendali connesse al core business.
- Gestione risorse materiali: l’attenzione all’efficienza comporta benefici sulle altre risorse come ad esempio acqua, materiali e semilavorati, rifiuti e scarti.
- Valore delle attività: l’efficienza genera valore, sia in termini di valorizzazione del patrimonio immobiliare, sia in termini di offerta di prodotti e servizi in linea con una nuova sensibilità votata alla green economy. Investire in efficienza energetica e sostenibilità incrementa il valore delle azioni di un’impresa in misura superiore a quanto si verifica in aziende concorrenti.
- Effetti macroeconomici: un approccio globale orientato all’efficienza energetica può contribuire a generare dell’indotto per la società. Con conseguente maggiore disponibilità di risorse per famiglie e aziende, in un modello di economia circolare in grado di apportare benefici a una platea ampia di soggetti interessati.
- Contrasto alla povertà energetica: specie in momenti di crisi e di difficoltà, un’energia più efficiente può da un lato favorire la fruizione da parte delle fasce più deboli e dall’altra può garantire un benessere diffuso in termini della qualità della vita.
- Salute: ridurre le emissioni e di conseguenza l’inquinamento atmosferico e termico consentirà un miglioramento globale delle condizioni di salute, con una diminuzione dell’insorgenza di malattie e della spesa sanitaria.
- Occupazione: investire in nuove tecnologie che consentano di modificare l’impatto sui consumi richiede l’utilizzo e l’impiego di professionalità specifiche. Tanto nello sviluppo, quanto nei servizi.
- Spesa pubblica: l’efficienza è una leva di riduzione dell’indebitamento pubblico. Il modello delle ESCO, con contratti a garanzia dei risultati e finanziamento tramite terzi, può consentire agli attori pubblici di intervenire anche in casi di insufficiente disponibilità di risorse economiche.