- Il nuovo bando Parco Agrisolare entra nel vivo
- Per il fotovoltaico sui tetti agricoli si sblocca un altro miliardo
- Cosa è il Parco Agrisolare?
- Chi può accedere al bando Parco Agrisolare?
- Quali sono i contributi del bando Parco Agrisolare 2023?
- Cosa è il vincolo dell’autoconsumo?
- Cosa è l'autoconsumo condiviso?
- Quali interventi accedono al contributo?
- Quali sono i massimali di spesa?
- Come sarà erogato il contributo?
Dopo la firma del decreto da parte del Masaf (Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) il 19 aprile scorso e il successivo via libera da parte dalla Commissione Europea, è arrivato l’ultimo tassello che apre definitivamente le porte al nuovo bando da quasi 1 miliardo di euro per il Parco Agrisolare 2023. Il 27 luglio 2023, infatti, Il Masaf ha pubblicato l’Avviso pubblico con le modalità per la presentazione delle domande di accesso ai nuovi incentivi per la realizzazione di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, anche in caso di “autoconsumo condiviso” da parte di gruppi di imprese.
Le proposte per accedere alle risorse dovranno essere presentate, in conformità alle istruzioni del Regolamento Operativo, a partire dalle ore 12 del 12 settembre 2023 e fino alle ore 12 del 12 ottobre 2023 tramite la Piattaforma informatica predisposta dal GSE.
Non c’è quindi molto tempo a disposizione per sfruttare questa opportunità e conviene affrettarsi perché molto probabilmente le risorse “andranno a ruba”, grazie anche alle condizioni decisamente più favorevoli che questo secondo bando presenta, rispetto alla prima tranche di fondi stanziata lo scorso anno.
Il nuovo bando che scatterà il 12 settembre stanzia una nuova trance di fondi da poco meno di 1 miliardo di euro (circa 775 milioni per le imprese agricole, 150 milioni per quelle della trasformazione da prodotti agricoli in agricoli e 75 milioni per quelle dell’agroindustria).
Questi fondi rappresentano l’avanzo del miliardo e mezzo messo a disposizione nell’ambito del PNRR Missione 2, Componente 1, Investimento 2.2 “Parco Agrisolare” per il periodo 2022-2026, del quale finora sono stati utilizzati poco più di 500 milioni di euro.
Un importo pari ad almeno il 40% di queste risorse è destinato al finanziamento di progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Qualora tali risorse non dovessero essere impiegate, in tutto o in parte, saranno destinate a a progetti da realizzare nelle altre Regioni.
Il nuovo bando presenta condizioni decisamente più interessanti per le imprese, tra le quali il raddoppio della potenza installabile e l’aumento del contributo a fondo perduto fino all’80%.
Il Parco Agrisolare è una iniziativa nata all’interno del PNRR per incentivare l’installazione di impianti fotovoltaici in agricoltura escludendo il consumo di suolo. L’obiettivo è promuovere la crescita delle fonti rinnovabili sul territorio italiano e ridurre contemporaneamente i costi energetici nelle aziende della filiera agro alimentare, che ammontano più o meno al 20% dei costi variabili, con percentuali più elevate per alcuni sotto-settori produttivi.
Come nel bando precedente, il decreto ministeriale prevede che possano fruire degli incentivi del Parco Agrisolare le seguenti categorie di imprese (i codici ATECO sono specificati nell’allegato B dell’avviso del MASAF);
Sono esclusi i soggetti esonerati dalla tenuta della contabilità IVA con un volume di affari annuo inferiore a 7.000 euro.
Le novità introdotte dal nuovo decreto sono diverse. Tra queste c’è l’incremento del contributo a fondo perduto che sarà erogato in questo modo:
Il vincolo dell’autoconsumo per ottenere il massimo contributo a fondo perduto (80%) varrà solo per le aziende agricole della produzione primaria. Ma quando può verificarsi questa condizione?
Secondo il decreto ministeriale, si verifica quando l'obiettivo dell’impianto fotovoltaico è quello di soddisfare il fabbisogno energetico e se la capacità produttiva annua non supera il consumo medio annuo combinato di energia termica ed elettrica dell'azienda agricola, compreso quello familiare.
La vendita di energia elettrica è consentita nella rete purché sia rispettato il limite di autoconsumo medio annuale.
Secondo quanto riportato nel decreto ministeriale, nel caso di autoconsumo condiviso da parte di aziende agricole costituite in forma aggregata, le aziende devono appartenere alla stessa categoria (devono essere tutte aziende agricole di produzione primaria) e la produzione degli impianti deve soddisfare al più il fabbisogno energetico di tutti i soggetti beneficiari.
Tutti i progetti devono essere avviati solo dopo aver presentato la domanda di accesso al contributo. A conclusione del processo di valutazione delle domande, il GSE comunicherà l’esito dell’istruttoria al soggetto beneficiario e, in di esito positivo, il provvedimento di accoglimento riporterà il contributo effettivamente spettante.
Il contributo sarà erogato in un’unica soluzione a conclusione dell’intervento, ma il decreto ministeriale di aprile del Masaf aveva precisato che sarà possibile chiedere ed ottenere, nei limiti della disponibilità delle risorse, un anticipo fino al 30% dell’importo, a fronte della presentazione di idonea garanzia fideiussoria rilasciata da primari istituti bancari o da primarie imprese assicurative.
I soggetti beneficiari dovranno realizzare, collaudare e rendicontare gli interventi entro 18 mesi dalla data della pubblicazione dell’elenco dei destinatari delle risorse, salvo richiesta di proroga, sostenuta da motivi oggettivi. Entro il 30 giugno 2026 devono essere comunque garantiti la realizzazione, il collaudo e la rendicontazione degli interventi.
Il bando è del tipo “a sportello”: significa che le domande saranno accolte in ordine cronologico.
È consigliabile affrettare i tempi nel predisporre la complessa documentazione tecnica necessaria per la presentazione della domanda!
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