1. Nei capannoni manca il raffrescamento estivo
1. Nei capannoni manca il raffrescamento estivo
Riscaldare i capannoni industriali comporta costi energetici importanti per le imprese, a causa dei sistemi poco evoluti ed efficienti utilizzati, delle volumetrie in gioco e dello scarso isolamento dei fabbricati. Inoltre, specialmente nelle aziende della logistica, i capannoni spesso necessitano di tenere aperte le chiusure con l’esterno per movimentare le merci e questo comporta ulteriori dispersioni di energia termica.
Il risultato è che, a fronte di spese molto elevate per i consumi del riscaldamento, generalmente nei capannoni industriali il comfort termico in inverno non è adeguato. In estate è addirittura pessimo, perché non è nemmeno previsto il raffrescamento e le temperature all’interno dei locali possono arrivare a sfiorare i 40° C impattando sul benessere e sulla salute dei lavoratori. Una “lacuna”, questa, che caratterizza anche i fabbricati di nuova realizzazione e che è destinata a peggiorare, a causa delle estati sempre più torride.
2. Come vengono riscaldati oggi i capannoni industriali
Per il riscaldamento invernale dei capannoni industriali e dei locali commerciali oggi sono utilizzate prevalentemente queste soluzioni:
• aerotermi ad aria calda alimentati da un bruciatore a gas; in spazi grandi e in ambienti dove la dispersione termica è alta, possono rivelarsi inefficaci;
• vecchie caldaie a gas (oppure a gasolio o a GPL);
• tubi radianti in acciaio installati a soffitto scaldati da fumi ad alta temperatura.
Si tratta di soluzioni spesso obsolete e poco economiche nel funzionamento perché scarsamente efficienti. Inoltre, prevedono tutte la combustione di fonti fossili e sono quindi nocive per l’ambiente.
Tutti questi sistemi, infine, possono solo riscaldare un capannone e non si occupano della climatizzazione estiva che rappresenta, invece, un’esigenza fondamentale.
3. La soluzione efficiente per climatizzare tutto l’anno
Rispetto ai sistemi di riscaldamento che abbiamo elencato sopra, oggi esiste una soluzione decisamente più efficiente, sostenibile per l’ambiente, semplice nell’installazione e nella gestione e, soprattutto, capace di climatizzare sia in inverno che in estate.
È una pompa di calore aria-aria analoga a un climatizzatore domestico, ma specificamente progettata per capannoni e grandi spazi commerciali. Essendo una pompe di calore “reversibile”, permettono di invertire il ciclo di funzionamento e funzionando quindi sia in riscaldamento che in raffrescamento. Il tutto semplicemente agendo sulle impostazioni dei comandi.
4.I vantaggi del riscaldamento senza gas dei capannoni industriali
Quali benefici puoi ottenere sostituendo il vecchio sistema di riscaldamento a gas del capannone con una pompa di calore aria-aria?
• Riscaldi e raffrescare gli ambienti con un unico impianto flessibile ottenendo il comfort adeguato tutto l’anno;
• fai una scelta ambientale utilizzando fonti rinnovabili;
• risparmi sui costi di climatizzazione grazie alla più alta efficienza del sistema;
• puoi consumare l’elettricità prodotta dal tuo impianto fotovoltaico aziendale, montato sul tetto del capannone;
• non subisci più le fluttuazioni del costo della materia prima gas;
• non hai bisogno dell’allacciamento alla rete del metano ed elimini il rischio incendio senza più dover produrre il CPI (certificato prevenzione incendio);
• hai a disposizione un impianto facile da installare e con oneri di manutenzione ridotti.
5.La soluzione Energysplit Pro di Viessmann per grandi spazi
Energysplit Pro di Viessmann ha tutte le caratteristiche che abbiamo appena descritto: è una pompa di calore aria-aria reversibile in classe di efficienza A+++ sia in caldo che in freddo (COP 4 ed EER 3,44).
Si tratta di una macchina monosplit (con una unità esterna ed una interna) con taglia unica da 40 kW di potenza, in grado di riscaldare e raffrescare locali con una superficie fino a 400 metri quadri anche con elevata altezza (fino a 8 metri). Per climatizzare ambienti più grandi si possono montare più sistemi (ad esempio, se la superficie del capannone è di 1.200 metri quadri, si possono installare 3 Energysplit Pro). Funziona con un range di temperature invernali ed estive molto ampio (47°C / -20°C) ed è gestibile da remoto.
Energysplit Pro è disponibile con gas refrigerante R410A, ma sarà offerto anche con R454B, gas con un basso GWP (Global warming potential) già conforme ai valori soglia che saranno obbligatori tra qualche anno per le nuove installazioni
6.Dove è indicata l’installazione di Energysplit Pro
7. L’accoppiamento con un impianto fotovoltaico aziendale
Energysplit Pro nasce concepito per funzionare in accoppiamento con il fotovoltaico, perché il tetto di un capannone rappresenta la collocazione ideale per un impianto aziendale. Alimentando il climatizzatore con l’energia rinnovabile autoprodotta dai pannelli, si possono ridurre i costi energetici per il riscaldamento invernale e abbattere significativamente quelli estivi per il raffrescamento. Di fatto, nei mesi estivi dove il fotovoltaico produce di più, ci si può avvicinare all’autonomia energetica per quanto riguarda la climatizzazione. Il sistema ha un assorbimento nominale di potenza di 10 kW, quindi compatibile anche con un impianto fotovoltaico di non grandi dimensioni. È anche possibile installare un impianto fotovoltaico in un momento successivo oppure effettuare il revamping di un impianto esistente per aumentarne la potenza.
8. Installazione agevolata con il Conto Termico
Energysplit Pro è installabile sfruttando l’incentivo del Conto Termico se si sostituisce un impianto a gas, con un contributo erogato dallo stato superiore a 11.000 in zona climatica E. Considerando l’incentivo e il risparmio derivante dall’autoconsumo fotovoltaico (con gli attuali prezzi dell’energia elettrica), per una soluzione completa composta da Energysplit Pro e impianto fotovoltaico aziendale da 25 kW, il tempo di rientro dell’investimento è pari circa 10 anni. Con prezzi dell’elettricità superiori a quelli attuali, il tempo di ritorno può ridursi notevolmente, perché aumenta il risparmio derivante dall’autoconsumo dell’elettricità fotovoltaica.