Decisamente meno costosa del gasolio e del gas, la biomassa legnosa è una risorsa disponibile in grande quantità che grazie all’innovazione tecnologica delle caldaie inquina meno delle fonti fossili.
La biomassa legnosa è una fonte rinnovabile disponibile in grande quantità e vi sono vari argomenti a suo favore per un proficuo impiego nella produzione di energia. Vediamo quindi perché è da prendere in considerazione l’idea di installare una caldaia a biomassa per il riscaldamento e per i processi produttivi.
La biomassa legnosa è tra le fonti di energia che contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico messa in campo con il protocollo di Kyoto del 2005, che si è posto l’obiettivo di ridurre il consumo di fonti fossili non rinnovabili. L’Europa intende arrivare nel 2020 a consumare il 20% di energia da rinnovabili (elettriche e termiche), e per il 2030 l’asticella è stata alzata fino 32%.
L’utilizzo della biomassa legnosa a fini energetici ha molti vantaggi:
Il rendimento delle moderne caldaie a biomassa legnosa, disponibili in un'ampia gamma di potenze e adatte quindi sia in ambito residenziale che industriale (Viessmann ne produce di varie tipologie ), è simile a quello del gas e vicino al 90%, ma rispetto ai combustibili fossili la legna è decisamente più economica. Il suo utilizzo è particolarmente indicato per le aziende che lavorano il legno, che possono riutilizzare i propri scarti di lavorazione trasformandoli in risorsa energetica. Nel caso di aziende poste vicino ad aree boschive si può sfruttare la “filiera corta” per l’approvvigionamento, minimizzando i costi di trasporto e l’inquinamento prodotto.
Vediamo le quotazioni che riporta l’Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) riferite ad aprile 2018, che pongono a confronto le diverse fonti di energia primaria (prezzo medio al consumatore finale, IVA e tasse incluse, trasporto escluso).
(Le sigle alfanumeriche indicano in percentuale il contenuto di acqua contenuta rispetto al peso, che si traduce in una maggiore o minore resa del combustibile).
La scelta del tipo di biomassa legnosa dipende da vari fattori:
L’acquisto di una caldaia dipende dalla specifica biomassa utilizzata, perché ciascun sistema ha caratteristiche differenti (per conoscere le caratteristiche della biomassa legnosa e le differenti tipologie di caldaie si veda l'articolo "Biomassa Legnosa per il Riscaldamento Industriale").
La biomassa legnosa utilizzata deve essere di qualità e con caratteristiche dichiarate e costanti per garantire un funzionamento corretto ed efficiente della caldaia.
Nonostante le potenzialità della biomassa legnosa come risorsa energetica, restano diffuse le preoccupazioni circa le sue emissioni in atmosfera. Il dibattito è in corso, ma è bene fare alcune precisazioni.
Innanzitutto, la combustione del legno è definibile “CO2 neutra”, perché l’anidride carbonica rilasciata durante il processo è quella immagazzinata nella pianta durante la sua vita: in pratica, pur essendoci rilascio di CO2 in atmosfera, non è “aggiuntivo”. Questo vantaggio non va sprecato ricorrendo ove possibile a materiale di “filiera corta”.
Come in tutti i processi di combustione, la biomassa legnosa rilascia in atmosfera alcuni elementi nocivi (ossidi di Zolfo, ossidi di Azoto, monossido di carbonio e particolato come il PM10). Ma la quantità e la tossicità di questi elementi dipende dalla qualità della legna e dal processo di combustione.
L’evoluzione tecnologica, insomma, fa la differenza: se le vecchie stufe domestiche o i camini aperti sono responsabili dell’emissione di notevoli quantità di polveri sottili, non è così per le moderne caldaie, specie di grandi dimensioni, dotate di sistemi di regolazione della combustione, di sistemi di filtrazione e di recupero dei fumi.
Gli apparecchi moderni producono una quantità di particolato inferiore anche del 90% rispetto a quelli vecchi. Inoltre, secondo un recente studio svizzero riportato dall’Aiel, il particolato emesso è prevalentemente inorganico, separabile dai sistemi di filtrazione e caratterizzato da una tossicità trascurabile. A ulteriore prova di quanto la moderna tecnologia possa fare la differenza, ecco cosa riporta Arpa Emilia: se un camion emette 11,9 kg di PM10 l’anno e un camino quasi 21, una moderna stufa a fiamma inversa ne emette 1,9.
(I dati sono contenuti nella Rivista di Arpa -Agenzia regionale prevenzione e ambiente dell’Emilia-Romagna N° 1 Marzo 2015).