Nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima presentato dal nostro Paese alla fine dello scorso anno si dichiara l’intenzione di ridurre i consumi di energia primaria del 43% entro il 2030 (il 39,7% energia “finale”, ossia quella effettivamente consumata al netto delle perdite) rispetto allo scenario di riferimento.
Dal 2021 al 2030 si tratta di azzerare ben 50 Mtep, un obiettivo ambizioso, al quale i Certificati Bianchi dovranno contribuire con 12,3 Mtep di risparmi di energia finale.
Il Piano prevede perciò il potenziamento del meccanismo per renderlo più semplice e per ottimizzare i metodi di quantificazione del risparmio energetico, ridurre i tempi di approvazione e favorire l’emissione e l’offerta di titoli sul mercato.
Ricordiamo che il Decreto 11 gennaio 2017 ha già introdotto alcune regole per la semplificazione del meccanismo dei TEE, prevedendo l’ammissibilità solo per due tipologie di progetti: a consuntivo (PC) e standardizzati (PS).
I progetti a consuntivo prevedono una misura puntuale dei consumi nella configurazione ante e in quella post-intervento. Quelli standardizzati prevedono, invece, la possibilità di misurare le grandezze caratteristiche di un campione rappresentativo dei parametri del progetto (opzione utile per le aziende con più siti sul territorio).
Per accedere al meccanismo dei Certificati Bianchi è necessario inviare al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) una richiesta con il progetto corredato da idonea documentazione prima dell’avvio della realizzazione del progetto stesso. Dopodiché, per fruire del TEE, bisogna rendicontare i risparmi ottenuti in un determinato periodo di monitoraggio presentando al GSE la richiesta di certificazione dei risparmi. In funzione della tipologia di progetto approvato, la richiesta può essere a consuntivo (RC) o standardizzata (RS). Entro 90 giorni dalla data di ricezione delle richieste di verifica e certificazione dei risparmi il GSE conclude la valutazione e fornisce un riscontro. Se la valutazione ha esito positivo, il GSE autorizza il Gestore dei Mercati Energetici all'emissione dei titoli di efficienza energetica.
Nonostante questo primo lavoro di semplificazione, tuttavia, il ricorso ai TEE da parte di operatori e aziende è diminuito negli anni. I numeri del rapporto 2019 del GSE testimoniano una flessione anche per lo scorso anno sia per i progetti presentati sia per i titoli assegnati in base ai risparmi di energia certificati. Complessivamente, nel corso del 2019 il GSE ha riconosciuto 2.907.695 TEE (ma solo 1.356 con le nuove regole del 2017), con un decremento del 24% rispetto al 2018, quanto erano stati riconosciuti circa 3,8 milioni di Titoli di Efficienza Energetica. I risparmi di energia primaria certificati nel 2019 sono stati pari a circa 0,96 MTep.
Cosa ha causato il rallentamento? La ragione principale è da cercare sempre nel Decreto dell’11 gennaio 2017 che ha reso più stringenti le regole per il calcolo dei risparmi energetici sui quali calcolare in numero di TEE assegnati, con lo scopo di migliorare la qualità dei dati e diminuire il rischio di frodi.
L’irrigidimento delle regole ha creato una minore richiesta, determinando anche l’aumento dei prezzi dei certificati sul mercato del GME. Come si può vedere dal grafico, i prezzi dei certificati bianchi sono decollati soprattutto nel 2017, assestandosi nel 2019 attorno ai 260 euro, mentre le quantità scambiate sono crollate.