Se i Certificati Bianchi rappresentano il principale incentivo economico per gli interventi di efficientamento energetico in ambito industriale, il Conto Termico offre alle piccole imprese e alla Pubbliche amministrazioni un’ottima opportunità per abbattere il costo del miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici.
Introdotto nel 2012 con il D.M. 28/12/2012 e modificato dal D.M. 16/02/2016 (diventando Conto Termico 2.0), questo incentivo presenta ancora margini molto ampi di sfruttamento: 900 milioni di euro a disposizione ogni anno (di cui 200 per la PA), infatti, nel 2019 ne sono stati utilizzati poco più di 265. Ed è anche per promuoverne l’utilizzo che il GSE ha recentemente pubblicato le “Mappe del Conto termico per imprese e PA”, delle guide che consentono di orientarsi nel meccanismo e nelle modalità di accesso. Per chi ha poco tempo, riassumiamo noi gli elementi principali che bisogna conoscere.
Il Conto termico 2.0 è uno strumento di sostegno diretto che incentiva l’incremento dell’efficienza e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili in edifici esistenti dotati di impianto di riscaldamento; viene elargito direttamente dal GSE tramite bonifico bancario.
I tempi di rimborso sono tutto sommato brevi ( in solo due o tre mesi dalla conclusione dell’intervento si riceve il contributo) e le modalità di accesso sono molto semplici, rispetto ad altri incentivi.
I destinatari sono i soggetti privati (persone fisiche, soggetti titolari di reddito di impresa o di reddito agrario, condomìni) che abbiano la disponibilità dell’edificio in quanto proprietari o titolari di altro di ritto di godimento, e le Pubbliche Amministrazioni o i soggetti ad esse assimilati, le Cooperative sociali e le Cooperative di abitanti.
Oltre che da questi soggetti, l’incentivo può essere richiesto per loro conto anche tramite una Esco (Energy Service Company) certificata secondo la norma UNI CEI 11352.
L’entità delle somme rimborsate varia dal 40 al 65% delle spese sostenute (con dei tetti di spesa ammissibili) a seconda delle caratteristiche tecniche dell’impianto e della zona climatica dove si trova l’edificio.
Riguardo agli interventi incentivabili, vi sono importanti differenze tra persone fisiche e PA. Vediamo quali sono.
La PA può sfruttare il Conto termico 2.0 per un ventaglio di azioni molto ampio, comprendente sia l’installazione di nuova impiantistica che interventi sull’involucro edilizio.
Gli altri soggetti, invece, possono accedere all’incentivo per l’installazione di impianti di produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
Interventi incentivabili per i soggetti privati (anche titolari di reddito d’impresa o reddito agricolo):
In tutti questi casi, il massimo incentivo erogabile è pari al 65% delle spese, in funzione delle caratteristiche dell’impianto.
Per i sistemi inclusi nel Catalogo degli apparecchi domestici aggiornato periodicamente dal GSE la procedura di accesso è semplificata, perché la conformità ai requisiti tecnici è stata preventivamente verificata.
La prima cosa da fare per accedere all’incentivo è registrarsi nell’area clienti del GSE e sottoscrivere l’applicazione Portaltermico.
L’accesso diretto all’incentivo prevede che la richiesta sia presentata entro 60 giorni dalla data di conclusione dell’intervento (che non può superare i 90 giorni dalla data dell’ultimo pagamento).
Le Pubbliche Amministrazioni possono prenotare l’incentivo anche con la procedura di “accesso a prenotazione”, ottenendo un acconto prima o durante l’esecuzione dei lavori, poi dovranno comunque completare la procedura per ottenere il saldo, facendone richiesta entro 60 giorni dalla fine dei lavori.
Gli importi dell’incentivo sono erogati entro i 30 giorni successivi al bimestre in cui ricade la sottoscrizione della scheda-contratto.
Per importi fino a 5.000 euro è prevista l’erogazione dell’incentivo in un’unica rata, mentre importi superiori vengono erogati in rate annuali costanti per la durata di due o cinque anni.