Blog dell'Efficientamento Energetico per le Aziende

That's Mobility 2019: è il momento di pensare alla mobilità elettrica

Scritto da Industriale Viessmann | 18 settembre 2019

I prezzi dei veicoli sono ancora alti, ma esistono gli incentivi statali e regionali. Per il rifornimento è possibile installare una colonnina di ricarica senza spendere troppo.

That's Mobility - Milano 25-26 settembre 2019

Che la mobilità del futuro debba essere sostenibile è una certezza. L’Europa si è data obiettivi ambiziosi imponendo ai costruttori limiti di emissioni inquinanti via via più stringenti, destinati a spingere il mercato delle vetture ibride ed elettriche: la transizione sarà così veloce che si corre il rischio di acquistare ora un modello che non potrà più circolare nelle città tra pochi anni.
Del futuro della mobilità sostenibile si parlerà il 25 e il 26 settembre a Milano all’evento That’s Mobility che si terrà al MiCo di via Gattamelata, dove saranno presenti tutti i comparti coinvolti nell’e-mobility.
Anche Viessmann sarà presente allo Stand 46, dove sarà presente una stazione di ricarica composta da: pensilina Fotovoltaica, Inverter, Colonnina di ricarica e Auto Elettrica.

Prodotti Viessmann presenti allo Stand 46, That’s Mobility – 25 e 26 Settembre

Come spiega Massimo Gamba, titolare di Studio Tecnico Gamba, esperto di mobilità elettrica e membro CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano):

Fino a poco tempo fa il riferimento era la classe Euro 6c, ma da questo settembre le autovetture nuove immatricolate devono essere conformi alla più severa norma Euro 6d-temp (temp significa “temporanea”).
Con la Euro 6d definitiva, che sarà obbligatoria dall’inizio del 2021, le auto saranno sottoposte a test sulle emissioni reali più severi.
Molti costruttori, per rientrare nei parametri, inseriranno nella loro gamma auto a ibride. Il cosiddetto “mild hybrid”, o ibrido leggero, diventerà presto lo standard per le utilitarie, mentre si assiste già a un continuo lancio di nuovi modelli elettrici.

Gli incentivi statali e regionali alla mobilità elettrica

I listini delle auto elettriche partono generalmente da 30.000 euro, un prezzo troppo alto per consentirne una diffusione massiccia. Nell’attesa che calino i prezzi grazie alle economie di scala, si possono sfruttare gli incentivi statali.

Lo Stato eroga un incentivo di 6.000 euro se si rottama una vecchia auto da Euro 2 a Euro 4, mentre senza rottamazione l’incentivo è di 4.000 euro - spiega Gamba -.
Esistono inoltre incentivi regionali. In Lombardia, per esempio, rottamando un’auto da Euro 0 fino alla classe Euro 2 a benzina, e fino all’Euro 5 nel caso del diesel, il contributo è di 8.000 euro aggiuntivi al sussidio statale.

 

Altre Regioni, come Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le provincie autonome di Trento e Bolzano, hanno stanziato fondi per incentivare la mobilità elettrica destinati anche a micro, piccole e medie imprese.
Inoltre, è prevista l’esenzione dal bollo auto e, quasi ovunque, la possibilità di circolare liberamente nelle aree a traffico limitato dei centri urbani.

A parte lo scoglio del prezzo di acquisto, i vantaggi delle auto a zero emissioni sono molti, primo tra tutti un costo di rifornimento al km che è generalmente meno della metà rispetto a un analogo modello a benzina, anche calcolando una tariffa domestica di 25 centesimi di euro/kWh, che è attualmente la più alta.

Le colonnine per la ricarica per la mobilità elettrica

Un secondo ostacolo alla diffusione delle auto elettriche è rappresentato dalla disponibilità delle colonnine di ricarica sul territorio.
Anche in questo caso, tuttavia, la situazione sta cambiando rapidamente.

La normativa (Decreto Legislativo n. 257/2016) ha previsto già dal 2017 l'obbligo per i grandi distributori di carburante situati nelle aree più inquinate di dotarsi di infrastrutture di ricarica veloci.

L’obbligo riguarda i grandissimi distributori che erogano più di 10 milioni di litri di carburante, ma entro il prossimo anno questa soglia sarà dimezzata.
Sempre lo stesso Decreto, inoltre, ha previsto un piano obbligatorio da parte dei concessionari dei distributori autostradali per posizionare colonnine almeno ogni 50 km.

Nell’attesa che i piani si concretizzino, per i privati e per le aziende esiste la possibilità di installare una propria infrastruttura di ricarica.

Le tipologie di colonnine sono sostanzialmente tre, a seconda della potenza e della velocità di ricarica:

  1. ricarica lenta in corrente alternata con potenze di pochi kW per ambito domestico, sono necessarie circa 10 ore per ricaricare la batteria dell’auto;
  2. ricarica quick o accelerata in corrente alternata, con potenze fino a 20 kW, consente di ricaricare l’auto in un paio d’ore;
  3. ricarica fast in corrente continua che alimenta direttamente la batteria (contrariamente alla lenta e all’accelerata, sfrutta un caricabatterie esterno al veicolo inserito all’interno della colonnina stessa); con potenze dai 20 kW in su, preferibilmente almeno 50 kW, consente di ricaricare un’auto in un’ora o meno.

Esempio di pensilina Fotovoltaica

 

 

ll tempo di ricarica dipende dalla capacità della batteria:

  • con una colonnina da 50 kW e una batteria da 50 kWh si impiega teoricamente un’ora;
  • con una colonnina da 250 kW, il tempo si riduce a 12 minuti.

Quest’ultima tipologia di colonnine (le cosiddette ultra fast) non è ancora diffusa, ma alcuni costruttori offrono già infrastrutture da oltre 100 kW di potenza.

Per la ricarica fast esistono però differenti standard che complicano la vita: quello giapponese CHAdeMo, quello europeo CCS Combo, oltre a uno cinese.

Un gestore che voglia installare una colonnina pubblica dovrebbe quindi predisporre almeno tre uscite - spiega Gamba:

una presa con standard CHAdeMo, una per le auto europee e un’altra per le auto che si ricaricano in corrente alternata. Questo determina un aggravio di costo, tanto che per la ricarica fast si parte da un minimo di 16-17.000 euro come costo di acquisto, senza contare l’installazione

Una colonnina in corrente alternata, invece, vanta costi più bassi, che partono da circa 1.000 euro nel caso di un modello domestico da parete, per arrivare a 4.000 per un modello più potente, con ricarica accelerata, adatto all’installazione in un parcheggio aziendale o di un hotel.

Una Pmi che decida di passare all’auto elettrica - conclude l’esperto - almeno con qualche veicolo della sua flotta, e voglia contenere l’investimento, deve orientarsi su una colonnina in corrente alternata con una potenza in funzione delle auto che acquista. Se si scelgono utilitarie, andrà bene una colonnina da 20 kW, che permette di ricaricare in circa due ore batterie da 40 kWh, un tempo più che accettabile considerando, per esempio, il momento della pausa pranzo.

Grazie alla tecnologia PWM (Pulse Width Modulation), che garantisce la sicurezza della ricarica e fa in modo che venga erogata elettricità in funzione del prelievo, non si rischia il sovraccarico.
Per chi può sfruttare un impianto fotovoltaico, inoltre, alcune colonnine sono programmabili per prelevare elettricità esclusivamente dai pannelli, riuscendo così a ricaricare l’auto gratis e a zero emissioni.