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29 aprile 2019  |  a cura di Industriale Viessmann  |  condividi con

Auto elettrica, ecco quando conviene alle aziende

29 aprile 2019
Altro, Mobilità elettrica

Le auto elettriche consentono di ridurre o annullare le emissioni e sono più efficienti dei veicoli a combustione interna, ma costano di più e la ricarica fuori casa può costare cara. Ma se si paga poco l’elettricità o se è autoprodotta, oltre ai vantaggi ambientali anche quelli economici sono assicurati.

Sempre più spesso si parla di mobilità elettrica come di uno dei mezzi più importanti per promuovere abitudini sostenibili in un settore, quello dei trasporti, che ha molte responsabilità nell’emissione di sostanze nocive nell’atmosfera e nel consumo di energia primaria.
Secondo i calcoli dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, i trasporti sono responsabili di circa un terzo del consumo finale complessivo di energia nei Paesi membri dell’organizzazione (quasi tutti i Paesi europei) e di più di un quinto delle emissioni di gas serra, oltre che di una parte considerevole dell'inquinamento urbano.

Il motore elettrico non ha emissioni allo scarico, ma non solo. È infatti molto più efficiente di un motore a combustione interna, consentendo un risparmio di energia primaria che può essere superiore al 50% (considerando l’energia primaria che serve a produrre l’elettricità per l’auto elettrica confrontata con l’energia primaria impiegata per alimentare un motore a combustione).

Se l’elettricità è prodotta da fonti rinnovabili come il fotovoltaico il vantaggio per l’ambiente è massimo.
Anche utilizzando l’energia prelevata dalla rete prodotta da centrali termoelettriche efficienti, tuttavia, si hanno grandi vantaggi in termini di riduzione del consumo di energia primaria, oltre all’abbassamento delle emissioni e alla loro dislocazione lontano dai centri urbani.

La mobilità elettrica apporta quindi indiscutibili vantaggi ambientali, ma vi sono alcuni ostacoli da superare per la conquista del mercato: il prezzo dei veicoli, quello dell’elettricità e la scarsa presenza delle colonnine di ricarica sul territorio.

Abbiamo fatto il punto della situazione grazie ad alcuni studi di fattibilità per la sostituzione di flotte tradizionali con flotte elettriche effettuati da Etanomics (Esco appartenente al gruppo Viessmann) per importanti aziende con grandi parchi auto.

“Per capire se conviene investire in un veicolo elettrico bisogna ragionare in termini di Capex (Capital Expense) e Opex (Operating Expense): il primo è il costo dell’auto, il secondo è il costo operativo, ossia rifornimento, assicurazione, bollo, manutenzione - spiega Marco Rossi, ingegnere di Viessmann -.

L’auto elettrica oggi è penalizzata da un costo di investimento iniziale superiore rispetto a un modello a combustione interna con medesime caratteristiche e dimensioni, anche il 100% in più nel caso delle city car e fino al 20-30% in più nel caso dei modelli più grandi.

Considerando, invece, i costi operativi legati al rifornimento, la convenienza è in funzione di quanto si paga l’energia elettrica con cui si ricarica il veicolo.
Dai nostri calcoli, se si paga l’elettricità al prezzo degli utenti domestici, quindi 0,2-0,23 euro al kWh, i costi operativi sono tutti a vantaggio dell’auto elettrica, consentendo un risparmio che va dal 50% al 70%”.

L’auto elettrica, inoltre, vanta costi di assicurazione e di bollo inferiori, per cui, nonostante il più alto prezzo di acquisto, l’investimento iniziale può essere ripagato in due o tre anni per auto di medie dimensioni, fino a sei o sette nel caso delle utilitarie.

“Il problema è che “fare il pieno” di energia elettrica fuori casa può costare molto di più, stando alle tariffe proposte da alcuni operatori che per primi stanno investendo nel settore: in alcuni casi si arriva anche a 0,45 – 0,5 euro/kWh, ossia più del doppio delle tariffe domestiche - precisa Rossi.
Con questi prezzi, il vantaggio in termini di Opex dell’auto elettrica viene annullato e diventa più conveniente l’auto a combustione interna”.

Ma un’azienda cosa deve considerare per valutare se conviene sostituire la flotta con veicoli elettrici?

“È necessario raggruppare le auto aziendali in funzione degli utilizzatori. I dipendenti che effettuano normalmente il tragitto casa-lavoro-casa, che possono ricaricare l’auto di notte al proprio domicilio e, di giorno, nel parcheggio aziendale dotato di colonnine, saranno i primi da considerare - spiega Rossi -. Per questo gruppo di veicoli il passaggio alla mobilità elettrica risulterà conveniente. Per le auto destinate alla forza vendita, invece, l’attuale autonomia delle batterie, i tempi di ricarica e la scarsa presenza di colonnine sul territorio, rendono ancora prematuro il passaggio”.

Per quanto riguarda il costo dell’elettricità, la convenienza dipende dalle condizioni contrattuali di fornitura; non bisogna dimenticare, inoltre, che installando sistemi di ricarica a casa aumenta l’assorbimento dalla rete e, quindi, lievitano anche le bollette.

Per questo motivo può rivelarsi molto conveniente autoprodurre autonomamente l’energia elettrica, ovviamente nel modo più efficiente e sostenibile possibile, per esempio con la cogenerazione e il fotovoltaico.

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