Centri sportivi, uffici, ospedali, edifici residenziali e scolastici, reti di teleriscaldamento: sono tutti ambiti che possono sfruttare in modo proficuo un impianto cogenerativo, risparmiando combustibile e accedendo agli incentivi.
Tra i settori che possono trarre più vantaggi dalla cogenerazione c’è la Pubblica Amministrazione, le cui utenze sono caratterizzate da un profilo di consumo particolarmente adatto per l’utilizzo di questi impianti che consentono di rendersi autosufficienti, almeno in parte, nella produzione di energia elettrica e termica.
La convenienza dell’investimento è data dall’incremento di efficienza energetica e dalla possibilità di accedere, nel caso di CAR (Cogenerazione ad alto rendimento), a incentivi economici.
Cogenerazione significa generazione combinata di energia elettrica e termica, processi che normalmente avvengono tramite impianti separati.
Grazie a questa tecnologia, il rendimento di un impianto arriva all’87% , rispetto alla quantità di energia primaria immessa.
Confronto tra cogenerazione e produzione separata dell’energia.
Esistono diverse tecnologie di cogenerazione, la cui scelta dipende dalle caratteristiche dell’utenza in termini di fabbisogno di calore e di elettricità.
Nell’ambito della PA le tecnologie più indicate sono quelle che sfruttano un motore a combustione interna o una microturbina a gas.
In genere si tratta di impianti di piccola taglia (microcogenerazione o piccola cogenerazione, inferiore ai 1.000 kW di potenza), a eccezione di grandi ospedali o altri grandi complessi alimentati da un’unica centrale termica.
I cogeneratori di piccola taglia possono essere utilizzati per coprire il fabbisogno energetico di base mantenendoli in esercizio sempre alla potenza nominale, consentendo di conseguire maggiori rendimenti energetici, e di conseguenza maggiori risparmi.
Per funzionare nel modo più efficiente, infatti, un cogeneratore deve essere dimensionato in modo tale che la potenza termica nominale possa essere assorbita in modo continuativo e costante nel tempo, come la parte elettrica, evitandone la cessione alla rete.
Se sono richieste potenze maggiori, è consigliabile installare più microcogeneratori in soluzione modulare, in modo da tenerli in esercizio al carico nominale.
È possibile utilizzare il calore prodotto dal cogeneratore anche per raffrescare gli ambienti tramite gruppi frigoriferi ad assorbimento, che producono energia frigorifera sotto forma di acqua fredda utilizzando acqua calda in ingresso. Si parla, in questo caso, di trigenerazione, una tecnologia che permette di sfruttare a pieno regime l’impianto anche nella stagione estiva.
La normativa prevede per gli impianti CAR (cogenerazione ad alto rendimento) l’accesso a una serie di benefici, primo tra tutti i Certificati Bianchi o Titoli di Efficienza Energetica (TEE), previsti dal DM 5 settembre 2011.
Per ogni tonnellata equivalente di petrolio risparmiata viene riconosciuto dallo Stato un TEE, il cui prezzo è stabilito sullo specifico mercato gestito dal Gestore dei Mercati Energetici (GME). Con potenze superiori o uguali a 1 MW, un’unità di cogenerazione viene definita ad “alto rendimento” se, rispetto alla produzione separata delle stesse quantità di energia elettrica e termica, la produzione combinata apporta un risparmio di energia primaria superiore al 10%.
Risparmio Tonnellate Petrolio Equivalenti [TEP] |
85,55 |
N° Titoli di Efficienza Energetica [TEE] |
119,77 |
Valore unitario “Certificati bianchi” [€/TEE] |
200 € |
Valore annuo [€] |
23.954 € |
Valore complessivo in 10 anni [€] |
239.540 € |
Esempio: contributo derivante dai certificati bianchi con l’utilizzo di un cogeneratore con potenze: 140kWel e 200 kWt. Il valore del contributo è soggettivo e varia in funzione del profilo di utilizzo del cogeneratore.
Per poter accedere ai benefici è necessario che il funzionamento in CAR sia certificato dal GSE (Gestore dei servizi energetici) nell’ambito di un procedimento annuale di riconoscimento definito “valutazione a consuntivo”.
La PA può presentare richiesta tramite soggetti contrattualmente responsabili dell’impianto CAR (come le ESCO, Energy Service Company) oppure direttamente in qualità di soggetto titolare dell’impianto.