Gli interventi di manutenzione effettuati dai tecnici devono essere affiancati dalla supervisione e pulizia costanti dell’impianto da parte del conduttore.
Nei generatori di calore a biomassa, la manutenzione e la pulizia costante dell’impianto sono aspetti particolarmente importanti, a causa della tipologia di combustibile utilizzato e dei residui prodotti.
“Una manutenzione periodica - spiega Martin Sanin di Viessmann - evita fermi macchina e guasti, garantisce una combustione ideale e allunga la vita dell’impianto”.
Gli interventi di routine
Oltre alle operazioni periodiche che effettuano i tecnici specializzati, non meno importanti sono le operazioni “di routine” che devono essere effettuate settimanalmente dal manutentore responsabile della conduzione (tipicamente, specie per impianti e realtà non grandi, si tratta del proprietario della struttura o di un suo dipendente), che deve essere appositamente formato dal fornitore dell’impianto a biomassa.
Si tratta di operazioni semplici, da fare però con costanza:
- controllo visivo generale;
- svuotamento dei depositi della cenere (si tratta generalmente di bidoni dotati di ruote per la movimentazione);
- controllo del livello combustibile nel silo o deposito di stoccaggio;
- organizzazione e controllo della pulizia periodica della caldaia;
- controllo del buon funzionamento di tutto l’impianto.
Se durante il controllo di routine emergono eventuali anomalie o piccoli guasti, è possibile generalmente fruire di un servizio di assistenza da remoto o telefonico (Viessmann lo mette a disposizione).
I tecnici del fornitore controllano telematicamente i parametri di funzionamento e valutano se è possibile risolvere il problema: in caso contrario viene inviato un tecnico.
Gli interventi di manutenzione periodica
Gli interventi dei tecnici specializzati vanno invece previsti a intervalli regolari, distanziati a seconda delle dimensioni dell’impianto e delle ore di funzionamento.
Durante queste fasi, i tecnici controllano e mettono a punto ogni singolo componente della caldaia a biomassa, lubrificano i sistemi di movimentazione del combustibile, riparano eventuali danni o crepe presenti nel rivestimento in mattoni refrattari che stanno a diretto contatto con la fiamma, eccetera.
Per questo tipo di interventi, che riguardano gli impianti di grandi dimensioni - aggiunge Sanin – è necessario spegnere l’impianto tre giorni prima, per dare tempo al materiale refrattario di raffreddarsi; per questo motivo bisogna programmare l’intervento con il giusto anticipo”.
Si procede in questo modo: il manutentore spegne l’impianto; dopo il raffreddamento possono intervenire gli addetti delle imprese specializzate nella pulizia che operano con appositi aspiratori industriali; in seguito viene effettuata la vera e propria manutenzione di tutti i componenti; in parallelo, se necessario, un’altra azienda specializzata effettua le riparazioni sulla copertura refrattaria; infine, vengono eseguiti gli interventi di pulizia sugli eventuali filtri presenti, a maniche o elettrostatici.
La frequenza degli interventi di manutenzione da parte dei tecnici dipende dalla potenza e dalle ore di funzionamento, ma solitamente sono indicati uno o due interventi all’anno.
Anche la durata dell’intervento dipende dalla dimensione dell’impianto a biomassa: si va dalla settimana richiesta per grandi centrali da più MW di potenza alla giornata di lavoro necessaria per la caldaia a biomassa installata in un hotel.
I sistemi di pulizia automatica
Alcuni sistemi automatici consentono di allungare il periodo temporale tra un intervento di pulizia/manutenzione e il successivo garantendo inoltre un rendimento ottimale della caldaia a biomassa.
Si tratta di opzioni che si possono acquistare in opzione e consistono in un sistema di depurazione pneumatico (ad aria compressa) per la pulizia della caldaia che elimina le ceneri presenti nello scambiatore di calore tramite brevi colpi di aria a intervalli regolari.
Per concludere, è bene sottolineare che dalla qualità del combustibile dipende la frequenza degli interventi di pulizia/manutenzione, sia ordinaria che straordinaria: il pellet per esempio, produce meno cenere di un cippato non di alta qualità caratterizzato dalla presenza di molta corteccia, che costerà di meno ma comporterà più interventi di pulizia e probabilmente anche una maggiore usura dell’impianto, a causa della presenza di terra o sabbia.
Un aspetto, questo, che deve essere valutato nella scelta della biomassa da utilizzare e, di conseguenza, del generatore da scegliere.
La correlazione biomassa-tipo di impianto è particolarmente importante nel caso di imprese che utilizzano scarti di proprie lavorazioni del legno come materia prima, composta da polveri o trucioli.