Viessmann
15 novembre 2022  |  a cura di Industriale Viessmann  |  condividi con

320 milioni di euro per l’efficienza negli edifici delle Amministrazioni comunali

Dall’ex Ministero della Transizione Ecologica è arrivato un fondo da 320 milioni per finanziare con contributo a fondo perduto interventi di efficientamento e di auto-produzione di energia.


Il ministero della Transizione Ecologica ha messo a disposizione un nuovo fondo pari a 320 milioni di euro per l’efficientamento energetico e la transizione “verde” degli edifici pubblici a sopporto degli investimenti dei Comuni italiani. L’avviso pubblico (Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza energetica - C.S.E. 2022) è stato firmato il 3 ottobre scorso dal Direttore Generale della Direzione Incentivi Energia ed è stato trasmesso alla Corte dei Conti, ma nel frattempo le amministrazioni Comunali potranno iniziare a predisporre i progetti. Il fondo è una piccola boccata d’ossigeno per le amministrazioni locali che, come tutti (cittadini e imprese) si trovano ora a fare i conti con bollette milionarie, come minimo raddoppiate da un anno con l’altro. I Comuni hanno già in campo varie azioni, dalla modifica della temperatura negli uffici alla diminuzione dell’illuminazione pubblica, ma ciò che serve in questo momento è soprattutto la capacità di investire per rendere l’operatività meno energivora.
Servono agevolazioni per l’efficienza energetica, dunque, che includa anche iniziative per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per abbassare le bollette.

L’obiettivo del fondo da 320 milioni è quello di finanziare:

  • impianti fotovoltaici;
  • impianti solari termici;
  • impianti a pompa di calore per la climatizzazione;
  • sistemi di relamping (impianti di illuminazione a basso consumo energetico);
  • chiusure trasparenti con infissi e sistemi di schermatura solare;
  • generatori di calore.

Il finanziamento sarà concesso come contributo a fondo perduto fino al fino al 100% dei costi ammissibili
secondo una procedura a sportello che dovrebbe risultare semplificata.
La dotazione complessiva del finanziamento sfrutterà le risorse dell’Asse “REACT – EU” del Programma Operativo Nazionale (PON) “Imprese e competitività” 2014-2020. Agli interventi di efficientamento energetico e di produzione di energia da fonti rinnovabili su edifici ubicati nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) viene riservato il 50% delle risorse.

Per il settore pubblico locale, il caro energia non significa solamente penalizzare il comfort dei propri dipendenti, ma anche i servizi ai cittadini. Si pensi, ad esempio, alla diminuzione dell’accensione dei lampioni stradali (con potenziali rischi per la sicurezza sulle strade), allo spegnimento totale dell’illuminazione dei monumenti, al riscaldamento delle scuole, alla circolazione di mezzi come i tram, al fabbisogno energetico di teatri, musei e impianti sportivi, soprattutto se dotati di piscine.
Alessandro Canelli, sindaco di Novara e delegato dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) per la finanza locale, in un recente articolo sul Sole 24 Ore ha dichiarato che gli 8.000 Comuni italiani spendevano, prima del caro energia, circa 1,6 miliardi l’anno per l’approvvigionamento energetico, e che ora si teme un raddoppio per il 2022, con una spesa di 1,7-1,8 miliardi in più, senza contare che i rincari proseguiranno almeno per la prima parte del 2023. Chi ha già abbracciato la transizione energetica, dotandosi di tecnologie efficienti e di impianti per l’autoproduzione di energia, ha potuto beneficiare di risparmi energetici, ma al momento attuale la situazione richiede sforzi decisamente più consistenti.

Per sapere di più leggi la nostra Guida all’efficienza energetica nella pubblica amministrazione

Ricordiamo che gran parte del fabbisogno energetico della Pubblica amministrazione è dovuta al parco edilizio posseduto sul territorio nazionale, che vanta un grandissimo potenziale di efficientamento energetico.
Climatizzazione invernale ed estiva e illuminazione sono i principali utilizzi dell’energia. Si pensi solamente alle scuole: circa 52.000 strutture di cui 22.000 costruite prima del 1970, quindi prive di qualsiasi elemento costruttivo atto a preservare le prestazioni energetiche e spesso dotate di impianti di climatizzazione obsoleti.

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