Innanzitutto, le grandi aziende e le energivore mostrano interesse perché sono soggetti obbligati per Legge a redigere questi studi (effettuati secondo criteri ben precisi e da professionisti accreditati) su alcuni dei propri siti.
Altre organizzazioni, invece, decidono volontariamente di sottoporsi a diagnosi energetica perché in questo modo è possibile individuare le proprie aree di miglioramento e iniziare (o continuare) nella giusta direzione il percorso di efficientamento.
Sicuramente anche la graduale diffusione di sistemi di gestione dell’energia ISO 50001 e i bandi regionali POR/FESR hanno sicuramente dato slancio a queste pratiche negli ultimi mesi.
Come anticipato, le aziende più sensibili all’argomento sono quelle definite“energivore”e le grandi imprese, ovvero che possiedono le seguenti caratteristiche:
- Grande impresa con più di 250 dipendenti e fatturato annuo superiore ai 50 milioni e bilancio annuo > 43 milioni ripetuto per due esercizi consecutivi
- Le imprese energivore che consumano in 1 anno quota 2,4 GWh di energia elettrica o di energie diverse, le cui spese energetiche siano > 3% del fatturato
Con riferimento all’Art. 8 del D.Lgs. 102/2014 e seguenti chiarimenti del MiSE (Ministero dello sviluppo economico), attualmente esistono due attori protagonisti nella redazione delle diagnosi energetiche: le ESCo (Energy Service Companies), certificate secondo la UNI CEI 11352, e gli EGE (Esperti in Gestione dell’Energia), certificati secondo la UNI CEI 11339.
Schematicamente una diagnosi energetica deve contenere le seguenti informazioni:
- Informazioni sulla modalità di raccolta dei dati (indicazione dei dati misurati e stimati, audit documentale e/o misurato)
- Analisi completa del sito descrivendo il processo produttivo, l’organizzazione delle attività lavorative e le modalità di rilevamento dei consumi dei vari vettori energetici per definire i centri di costo tipici della struttura in esame
- Descrizione energetica dei sistemi esistenti (tipologia di utenze, modalità di funzionamento, consumi energetici annui)
- Realizzazione del Modello Energetico per ciascun vettore
- Analisi dei consumi energetici (fabbisogno specifico dei vari vettori energetici)
- Analisi dei fattori di ottimizzazione
- Definizione dei KPI (Key Performance Indicator) o Benchmark
- Calcolo degli indici di prestazione energetica e confronto con i KPI
- Opportunità di miglioramento
- Conclusioni con ranking delle opportunità di miglioramento dell’efficienza energetica
È chiaro che, per avere un documento dettagliato, serve un professionista dedicato a fare questa attività.
Esistono, però, dei tool online in grado di aiutarti ad analizzare i tuoi attuali consumi per controllare se sono in linea con quelli di settore e farti così un’idea sul potenziale risparmio che potresti avere.
Noi abbiamo provato il tool presente sul sito www.efficienzaenergeticaitalia.it, uno strumento realizzato sulla base di numerosi casi concreti, su attività, edifici e aziende che la E.S.Co certificata UNI CEI 11352 Etanomics ha sviluppato negli ultimi anni e che è sempre in fase di aggiornamento.
Perché abbiamo scelto questo tool rispetto a tutti gli altri presenti online? L'elemento di spicco è la capacità di fornire due indicatori globali di consumo differenziati per diverse tipologie di target groups e confrontarli con dei benchmark:
- Il primo basato sulle performance energetiche
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