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21 dicembre 2017  |  a cura di Davide Burrato  |  condividi con

Audit Energetici, il secondo controllo si avvicina

21 dicembre 2017
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Secondo quanto stabilito dal D. Lgs. 102/2014 le grandi imprese e le aziende energivore sono obbligate a redigere, ogni quattro anni, audit energetici per permettere l’analisi e il confronto dei consumi di energia a livello industriale. Per molte aziende, quindi, nel 2018 è previsto il rinnovo del bollino, questo per evitare le sanzioni che possono arrivare anche a 40.000 €.

 

Audit Energetici: obblighi e scadenze

Il processo di analisi energetica di un’industria è il passo preliminare per comprendere come, quanto e dove viene utilizzata l’energia nelle sue forme utilizzate in sito. Un lavoro attento di audit crea la mappa delle priorità di intervento che servono alla programmazione delle azioni di revamping e modifica, anche solo delle abitudini e non necessariamente degli impianti.

Per diagnosi energetica si intende una serie di azioni (meeting, sopralluoghi, collettamento dei dati, analisi dei dati, redazione della diagnosi) atte a redigere un documento il più possibile esaustivo del contesto energetico in esame.

Dal 2015 alcune tipologie di aziende sono obbligate a effettuare tale diagnosi con cadenza quadriennale. Si tratta di:

  • Grandi imprese, cioè quelle che occupano più di 250 persone, il cui fatturato annuo supera i 50 milioni di euro e il cui totale di bilancio annuo supera i 43 milioni di euro
  • Imprese energivore, cioè quelle con un consumo di 2,4 GWh di energia elettrica, nelle quali il rapporto tra il costo effettivo dell’energia e il valore fatturato sia pari o maggiore al 3%

Gli audit energetici sono molto importanti per definire eventuali punti deboli dell’azienda e fare chiarezza sugli aspetti da efficientare. All’interno del documento, oltre a tutta una serie di dati relativi ai consumi dei vari vettori energetici, viene inserita anche un’analisi dei fattori di ottimizzazione.

Partendo dalla definizione dei KPI (Key Performance Indicator) e dei benchmark, vengono indicate le opportunità di miglioramento dell’efficienza energetica, attraverso una lista dei possibili interventi e delle loro performance economiche.

Le aziende obbligate a effettuare la diagnosi energetica devono rivolgersi a un EGE (Esperto in Gestione dell’Energia) certificato UNI CEI 11339 o a un’ESCo (Energy Service Companies) certificata UNI CEI 11352, unici soggetti autorizzati alla realizzazione di queste analisi. Lo stesso vale per chi deve eseguire il rinnovo del bollino energetico.Le diagnosi successive alla prima, infatti, devono essere presentate e trasmesse all’ENEA dopo 4 anni dalla precedente.

Quindi se la tua impresa dispone di una vecchia diagnosi redatta il 15 novembre 2014, la successiva dovrà essere presentata entro il 15 novembre 2018.

Se invece il primo audit è stato eseguito dopo l’entrata in vigore del Decreto e comunque entro il 5 dicembre 2015, il successivo andrà trasmesso entro il 5 dicembre 2019.

La redazione di diagnosi energetiche ai sensi dell’art. 8 del Decreto Legislativo 102 del 2014 (Decreto Efficienza Energetica) è solo un primo passo verso l’implementazione di un Sistema di Gestione dell’Energia ISO 50001.

Diagnosi e monitoraggio dei consumi

Chi ha effettuato la diagnosi nel 2015, e dovrà quindi ripeterla nel 2019, in quell’occasione molto probabilmente sarà anche obbligato a installare sistemi di monitoraggio e controllo energetico ai fini delle successive diagnosi.

Per il momento i criteri per l’installazione di questi misuratori sono ancora in fase di definizione da parte dell’ENEA. Come si legge nel documento “Linee Guida per il Monitoraggio nel settore industriale per le diagnosi energetiche”:

Una volta definito l’insieme delle aree funzionali e determinato il peso energetico di ognuna di esse a mezzo di valutazioni progettuali e strumentali, si dovrà definire l’implementazione del piano di monitoraggio permanente.

In questo modo si punta a controllare con continuità i dati significativi del contesto aziendale, per ottenere informazioni utili al processo gestionale.

Il primo audit viene effettuato acquisendo i dati energetici dai contatori generali di stabilimento e, qualora non siano disponibili misure a mezzo di contatori dedicati, il calcolo dei dati energetici di ciascuna unità funzionale viene ricavato dai dati disponibili.

Nelle diagnosi energetiche successive alla prima, invece, dovranno essere previsti sistemi di monitoraggio su ciascuna delle aree funzionali esaminate. Questo al fine di individuare benchmark sempre più affidabili, che trasformino gli indicatori di prestazione generale dell’impianto riguardanti il processo produttivo, i servizi ausiliari e i servizi generali da stime a misure.

Questo obbligo di misurazione non coinvolge tutte le imprese, ma solo una parte di quelle obbligate alla realizzazione della diagnosi energetica. E nello specifico:

  • Le imprese monosito che nell’anno di riferimento abbiano avuto un consumo superiore alle 100 TEP
  • Le imprese multisito con un consumo nell’anno di riferimento maggiore di 10.000 TEP. Per i siti aziendali con consumi uguali o inferiori a 10.000 TEP verrà preso in esame un campione con percentuale via via decrescente per ogni fascia di consumo, fino a un massimo di 50 siti.

I siti obbligati alla diagnosi energetica alla scadenza del 2019 dovranno rispettare le seguenti percentuali in occasione della presentazione della seconda diagnosi.

 tabella-analisi-consumi


Le modalità di misurazione potranno avvenire attraverso campagne di misura o con l’installazione di strumenti di misura fissi.

Ovviamente queste sono solo linee guida: l’incaricato che dovrà redigere la diagnosi potrà proporre altre metodologie di scelta, per individuare i siti da sottoporre a monitoraggio, purché questi siano rappresentativi dell’azienda in esame.

Molte realtà industriali sono quindi pronte per il secondo controllo: tu hai già contattato un EGE per misurare lo stato energetico della tua struttura?

Anche le aziende che non rientrano tra quelle obbligate dal Decreto 102/2014 possono richiedere una diagnosi energetica, per valutare lo stato di salute della propria attività. Un’analisi approfondita del contesto energetico in cui si opera può tornare utile per capire quali sono i consumi attuali e i potenziali punti di intervento per efficientare al meglio l’azienda.

Come primo passo ti consigliamo di provare con un tool online, come quello sviluppato da Etanomics. Inserendo i dati relativi ai tuoi consumi energetici annui potrai farti un’idea delle performance energetiche ed economiche della tua azienda e scoprire se sono in linea con i dati del settore.

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