La novità introdotta dalla legge di conversione del Decreto Crescita chiarisce i dubbi circa la possibilità di accesso all’incentivo per gli impianti alimentati a biomasse.
Fino a poche settimane fa le caldaie a biomassa potevano contare con certezza solamente sull’incentivo del Conto Termico, mentre ora si è sciolto ogni dubbio sulla possibilità di sfruttare anche i Certificati Bianchi, o Titoli di Efficienza Energetica, il sistema che incentiva i progetti di efficientamento energetico nelle imprese e nella PA.
La novità è stata introdotta con l’articolo 48 “Disposizioni in materia di energia” della legge di conversione del Decreto Crescita (legge n.58 del 28 giugno 2019), che ha fatto chiarezza, in modo definitivo, sulla possibilità di estendere anche alle biomasse il meccanismo di sostegno dei TEE per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
Questa misura, come osserva l’Aiel, Associazione Italiana Energie Agroforestali, è molto importante perché riapre le porte agli investimenti in produzione di energia termica da biomassa per i processi produttivi del settore industriale, per i quali mancava un meccanismo incentivante.
Il Conto termico, infatti, agevola l’utilizzo di caldaie a biomassa fino a 2 MW solo per finalità di riscaldamento.
Sempre l’Aiel osserva che:
“la novità consentirà di incrementare la produzione termica rinnovabile con impianti estremamente performanti, in quanto la scala industriale consente l’applicazione di soluzioni tecnologiche avanzate che, dal punto di vista delle emissioni di PM e NOx sono paragonabili alla combustione del metano, con la differenza importante che con le biomasse legnose si risparmia l’emissione in atmosfera di 250 kg di CO2-eq per ogni MWh di energia primaria sostituta”.
Secondo le stime dell’associazione, nei prossimi 5 anni questa novità potrebbe attivare la realizzazione di 1.600 impianti, investimenti per oltre 1,5 miliardi di euro, nei settori agroindustriali e industriali, nel teleriscaldamento, nel settore alberghiero e nel settore delle coltivazioni protette (serre).
Caldaia a Biomassa - Vitoflex 300-FSR
Il testo dell’articolo 48 della legge 58 specifica le modalità con cui deve essere calcolato il risparmio di energia primaria per quantificare gli incentivi, il “nodo” cruciale che aveva di fatto bloccato l’accesso delle biomasse ai TEE.
Nel dettaglio, si precisa che, ferma restando l’ammissibilità dei progetti subordinata alla capacità di incrementare l’efficienza energetica rispetto alla situazione ex-ante (definita “baseline”), il risparmio di energia addizionale derivante dai progetti è determinato:
- in base all’energia non rinnovabile sostituita rispetto alla situazione di baseline, per i progetti che prevedano la produzione di energia tramite le fonti:
- solare,
- aerotermica,
- da bioliquidi sostenibili,
- da biogas
- da biomasse;
- in tutti gli altri casi, il risparmio si determina in base all’incremento dell’efficienza energetica rispetto alla situazione di baseline, come stabilisce la normativa vigente.
Inoltre, i progetti che prevedono l’utilizzo di biomasse in impianti fino a 2 MW termici devono rispettare i limiti di emissione in atmosfera e i relativi metodi di misura riportati nell’allegato al D.M. 16 febbraio 2016, la normativa che regola l’ultima versione del Conto Termico.
In particolare, si stabilisce che, per le caldaie alimentate a biomassa solida (escluso il pellet), le emissioni (rif. 13% O2) debbano essere inferiori a 30 mg/Nm3 (Normal metro cubo) per il particolato primario, e a 0,36 g/Nm3 per il monossido di carbonio. Per le caldaie a pellet, invece, le emissioni devono essere inferiori, rispettivamente, a 20 mg/Nm3 e a 0,25 g/Nm3.
Il Decreto Crescita afferma che:
"per gli interventi connessi al rispetto degli impegni assunti dal Governo italiano con l’iniziativa Mission Innovation adottata durante la COP 21 di Parigi, finalizzati a raddoppiare la quota pubblica di investimenti dedicati alle attività di sviluppo, ricerca e innovazione delle tecnologie energetiche pulite, nonché degli impegni assunti nell’ambito della proposta di Piano Nazionale Integrato Energia Clima, è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020 e di 20 milioni per l’ano 2021".