I vantaggi ambientali, economici e sociali spingeranno la diffusione dell’autoconsumo collettivo dell’energia, ora possibile grazie alla nuova normativa.
Nel quadro delle misure previste dal Recovery Plan, alla voce “Promozione delle rinnovabili per le comunità energetiche e l’autoconsumo” è assegnata la cifra più cospicua (2,2 miliardi di euro) dell’area “Incrementare la quota di energia prodotta da rinnovabili”, che in totale potrà contare su 5,9 miliardi. Vediamo perché sono state attribuite risorse così importanti a questo nuovo modo di produrre e consumare energia.
La domanda da porsi non è tanto “se” nei prossimi anni si svilupperanno o meno gruppi di autoconsumatori collettivi e CER (Comunità di Energia Rinnovabile) quanto “perché” ciò accadrà. Ed ecco la risposta: far parte di una comunità energetica può essere veramente vantaggioso (già oggi) e i benefici sono di tre tipi: ambientali, economici e sociali.
Vantaggi ambientali
Per quanto si possa trattare l’argomento in maniera più o meno approfondita, è corretto affermare che le scelte che comportano un incremento del risparmio di energia primaria come l’autoconsumo da rinnovabili e la CAR (Cogenerazione ad alto rendimento) sono i pilastri su cui fondare una politica di approvvigionamento energetico sostenibile. Le Comunità di Energia Rinnovabile si basano sul concetto di autoconsumo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (speriamo un giorno anche dalla Cogenerazione ad alto rendimento); per questo fa parte di una CER significa, di fatto, avere un comportamento sostenibile e attento all’ambiente.Delle CER possono far parte persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali. Il concetto di sostenibilità, slogan degli ultimi anni, negli anni a venire sarà un aspetto centrale nelle scelte di tutti.
Vantaggi economici
Anche la diminuzione dei costi di approvvigionamento e la possibilità di beneficiare degli incentivi stabiliti dal MiSe sarà una leva importante per la diffusione delle CER. Poter beneficiare a livello economico (direttamente o come comunità) dell’energia prodotta da fonti rinnovabili da un impianto a valle di un POD (Point Of Delivery) è stato finora impossibile. Fino all’avvento del quadro normativo relativo alle Comunità Energetiche, infatti, la condivisione di energia elettrica (e la relativa valorizzazione economica, comprese tasse e accise) tra POD diversi era possibile solo in particolari situazioni, ovvero in configurazioni “one to one” (i cosiddetti SEU, Sistemi Efficienti di Utenza, e RIU, Reti Interne di Utenza). Tali modelli, di fatto, non si sono mai allargati ai settori residenziale e commerciale, e comunque era ancora assente il concetto di “comunità”.Vantaggi sociali
L’appartenenza ad un gruppo di autoconsumatori determinerà, a fronte di un investimento iniziale, un flusso di cassa positivo che negli anni potrà essere investito in iniziative che la comunità stessa riterrà opportune; per esempio, il potenziamento dell’impianto da fonti rinnovabili, verde pubblico, centri di aggregazione, attività socioculturali. Attraverso il reinvestimento dei profitti generati e l’ottenimento di benefici energetici, sociali e ambientali, le comunità energetiche mirano proprio alla sostenibilità economica con una missione sociale più ampia. Il senso di appartenenza a un gruppo che investe con la consapevolezza che non esiste un “pianeta B” in cui vivere sarà la leva più importante nella diffusione delle CER.