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9 novembre 2020  |  a cura di Massimo Avesani  |  condividi con

Come riscaldare i capannoni industriali

9 novembre 2020
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Caratterizzati da ampie altezze e volumetrie e spesso scarsamente isolati, i capannoni industriali hanno bisogno di sistemi di riscaldamento tarati sulle specifiche caratteristiche dell’azienda.

AGGIORNAMENTO 9 NOVEMBRE 2020

Il riscaldamento dei capannoni industriali, o di quelli del settore logistico, rappresenta una voce di costo non trascurabile, a causa delle volumetrie in gioco e dello scarso isolamento termico di questi fabbricati. Le tecnologie a disposizione sono diverse e orientarsi nella scelta non è semplice, tenendo presente che l’obiettivo è quello di assicurare condizioni di comfort adeguate al personale in qualsiasi momento dell’anno. La soluzione più efficace e, insieme, più efficiente, va individuata caso per caso, meglio se in seguito a una Diagnosi Energetica che valuti nel complesso la situazione dei consumi energetici aziendali (elettrici e termici), considerando anche se esiste la possibilità di sfruttare energia autoprodotta o calore residuo di processo.

Per scegliere il sistema di riscaldamento per i capannoni industriali bisogna considerare:
  • volumetria e altezza del fabbricato: più alti saranno questi valori (le altezze sono spesso superiori a 10 metri), più difficile sarà riscaldare in modo adeguato l’ambiente, tenendo conto che l’aria calda si muove verso l’alto e che la differenza di temperatura tra la zona alta e il livello del pavimento può essere consistente;
  • involucro edilizio: pareti e copertura non isolate e con spessori ridotti causano ingente dispersione termica;
  • zone da riscaldare: agire solamente su aree circoscritte dove sostano gli operatori può portare a ingenti risparmi energetici;
  • ore di riscaldamento giornaliere: è necessario considerare il periodo di occupazione del capannone per capire quale sistema di riscaldamento è più efficiente in relazione alle ore utili.

Quali sono i principali sistemi per il riscaldamento dei capannoni industriali?

Riscaldamento radiante a pavimento: sistema di distribuzione del calore che sfrutta serpentine all’interno delle quali scorre il fluido termovettore riscaldato da una centrale termica basata su caldaie a condensazione, pompe di calore o altre tecnologie come la cogenerazione.
Esistono soluzioni specifiche per le pavimentazioni industriali, più resistenti di quelle utilizzate in ambito domestico. Si tratta di una sistema particolarmente efficace ed efficiente anche con capannoni molto alti e scarsamente isolati, perché mantiene il calore nella parte bassa dell’ambiente.

Tubi microforati: sistema di riscaldamento che sfrutta canali microforati per la fuoriuscita dell’aria calda che si diramano nella parte alta del capannone, consentendo una distribuzione del calore omogenea.
A monte vi sono una centrale termica (anche in questo caso con caldaie, pompe di calore, ecc...) e Unità di Trattamento dell’Aria (UTA). È una soluzione da valutare con attenzione nel caso di capannoni aperti o molto alti, a causa della concentrazione dall’aria calda nella parte superiore dell’ambiente che può provocare differenze di temperatura anche molto consistenti tra la zona alta e bassa dell’edificio. Si può ovviare a questo problema con i destratificatori, ossia delle ventole che spingono in basso basso l’aria calda stratificata vicino al soffitto del capannone.

Generatori d’aria calda da parete: sono soluzioni ad aria “puntuali”, composte da un bruciatore, da un radiatore e da una ventola che diffonde l’aria calda. Non sono efficienti nel caso di capannoni molto alti o non bene isolati (o aperti), a causa dell’eccessiva dispersione del calore.

Soluzioni a irraggiamento: si tratta di sistemi puntuali ad energia elettrica basati su infrarossi che riscaldano solamente le zone operative dove sostano i dipendenti. Direzionano il calore in modo efficace e non provocano movimenti dell’aria causando minore dispersione termica. Non si ottiene, ovviamente, una distribuzione omogenea del calore nell’ambiente.

Storie di successo con soluzioni Viessmann

Nella scelta di un impianto di riscaldamento per capannoni industriali, oltre al sistema di distribuzione del calore più indicato (a pavimento, ad aria) è da valutare l’efficienza della centrale termica a monte. Qui vi presentiamo due aziende che hanno scelto la cogenerazione, potendo quindi sfruttare l’energia termica generata dall’auto-produzione di elettricità.


La prima è GAI, azienda che produce attrezzature per l’industria enologica, olearia, della birra e dei liquori. Per soddisfare la crescita della richiesta termica ed elettrica (+60%) dovuta all'ampliamento dello stabilimento di Ceresole d’Alba (CN) e ridurre i costi di approvvigionamento, sono stati installati tre cogeneratori Vitobloc Viessmann, oltre a un impianto fotovoltaico da 2.100 kW, capaci di soddisfare quasi completamente il fabbisogno energetico.

La seconda è Karl Pedross, importante gruppo che realizza battiscopa e accessori per pavimenti. Potendo sfruttare combustibile gli scarti di produzione, per le esigenze di riscaldamento del proprio stabilimento l’azienda ha scelto un cogeneratore composto da una caldaia a biomassa a olio diatermico Viessmann Vitoflex 350-VFE da 2,5 MWt abbinata ad un turbogeneratore ORC.

 

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