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28 gennaio 2022  |  a cura di Industriale Viessmann
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Perché il prezzo dell’energia è alle stelle?

28 gennaio 2022
Sopravvivenza Energetica

Scarsità di gas, crisi delle forniture dalla Russia, prezzi della CO2 e fattore climatico hanno unito le forze per scatenare una tempesta perfetta.

È stata definita la “tempesta perfetta” dell’energia, un vero e proprio tsunami che si è abbattuto sulle materie prime energetiche (e non solo) determinando nell’arco di un anno rincari a tre cifre che non si erano mai visti. Il fenomeno ha travolto tutti i consumatori: dai clienti domestici alle imprese grandi e piccole, dal commercio alla pubblica amministrazione. È un problema che riguarda tutta l’Europa, ma con l’Italia colpita in modo particolare, data la nostra storica dipendenza dall’importazione di energia (gas in primis).

Non si sa per quanto tempo durerà l’emergenza, ma quel che è certo è che la dinamica è iniziata oltre anno fa, per poi acuirsi a partire dalla seconda metà del 2021. Perché è successo? Diverse cause si sono sovrapposte rafforzando l’onda d’urto dei rincari.

La ripresa dei consumi dopo la prima ondata di pandemia

Con i lockdown dovuti alla pandemia da Coronavirus, nella prima parte del 2020 i consumi di energia si sono improvvisamente abbassati, per poi riprendere di colpo con la riapertura delle attività produttive. Da quel momento in poi è ripartita di corsa la domanda di gas, che si è scontrata con la scarsità dell’offerta. Mentre le scorte delle nazioni europee si sono rivelate insufficienti, le forniture di GNL (gas naturale liquefatto) dei Paesi esportatori hanno privilegiato la rotta verso est, perché la Cina era uscita in anticipo dalla prima ondata di pandemia rispetto all’Occidente. Così i prezzi hanno iniziato a salire, tanto che al mercato olandese all’ingrosso Ttf (la Borsa virtuale del gas che è il riferimento in Europa), le quotazioni da gennaio a dicembre 2021 sono aumentate del 500%, passando come media mensile da 21 a 120 euro/MWh. In parallelo è decollato anche il costo sui mercati all’ingrosso dell’elettricità, che dipendono da quelli del gas perché le centrali termoelettriche viaggiano prevalentemente con questo combustibile.

Il problema delle forniture di gas dalla Russia all’Europa

Il secondo fattore che ha determinato l’impennata dei prezzi energetici è di natura geopolitica. 
Il novo gasdotto Nord Stream 2, che dovrebbe portare il gas russo direttamente in Europa bypassando l’Ucraina, infatti, non è ancora attivo per problemi autorizzativi da parte della Germania, il Paese di approdo nell’UE. Nel frattempo, però, le forniture di gas russe sulle vecchie rotte verso all’Europa nono sono affatto aumentate, con il risultato di lasciare parzialmente a secco le scorte del Vecchio Continente. Bisogna ricordare che quasi la metà del gas europeo arriva proprio dalla Russia, il nostro primo fornitore in assoluto seguito a distanza dalla Norvegia e dall’Algeria. 

L’aumento dei prezzi dei permessi di CO2

Il terzo elemento che ha fatto lievitare i costi dell’energia è l’aumento dei prezzi dei permessi di emissione di CO2 chiamati Ets (Emission Trading Scheme). Di cosa si tratta? Di un meccanismo creato dall’Ue con l’obiettivo di favorire l’abbattimento delle emissioni da parte delle imprese energivore (leggi anche Come funziona il sistema ETS). Riguarda in Europa circa 11.000 siti produttivi industriali (vi rientrano tutte le compagnie energetiche), ai quali viene assegnato annualmente un numero massimo di quote di emissione. Oltrepassati questi limiti, le imprese devono acquistare ulteriorivpermessi di emissione per poter continuare a produrre. Lo scorso anno, anche a causa di una revisione europea che ha ridotto il numero di quote disponibili, i prezzi sono più che raddoppiati passando da 30 euro a tonnellata di CO2 a oltre 80. I produttori di energia, tra cui tutte le compagnie proprietarie degli impianti termoelettrici, hanno riversato gli extra-costi sui prezzi all’ingrosso.

Inverno freddo, estate calda e bonaccia sul Mare del Nord

Come se non bastasse, anche il fattore climatico ha dato una mano per scatenare la tempesta perfetta dell’energia. Lo scorso inverno si è concluso per buona parte dell’Europa con una coda più fredda del previsto che ha causato una ulteriore diminuzione degli stoccaggi di gas. Per contro, l’estate del 2021 è stata particolarmente calda e i climatizzatori hanno funzionato a lungo consumando molta elettricità. Infine, vera e propria ciliegina sulla torta, è calato il vento nel Mare del Nord e i parchi eolici hanno funzionato a regime ridotto, costringendo paesi come Gran Bretagna e Germania a consumare altro gas per far funzionare le centrali termoelettriche.

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