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19 gennaio 2022  |  a cura di Industriale Viessmann
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Quanto conta le Diagnosi Energetica per scoprire quali interventi effettuare?

19 gennaio 2022
Efficienza Energetica

L’ultimo Rapporto annuale sull’efficienza energetica dell’Enea mostra che per ogni Diagnosi effettuata vengono individuati 2,62 interventi da realizzare.

Quasi 30.000 Diagnosi Energetiche effettuate in 5 anni, dal 2015 al 2020. Sono i dati del 10° “Rapporto annuale sull’efficienza energetica” dell’Enea, l’ente che ha in mano il termometro preciso della situazione essendo il soggetto che riceve la comunicazione da parte delle imprese che hanno effettuato la Diagnosi. Un termometro molto importante, dato che la Diagnosi Energetica (o Audit Energetico) è lo strumento principale che permette alle aziende di individuare gli interventi di efficientamento più importanti, quelli che consentono di ridurre i consumi e di abbattere i costi energetici in modo duraturo, oltre che di impattare di meno sull’ambiente.

Dal 2015 in Italia la Diagnosi Energetica deve essere fatta obbligatoriamente ogni quattro anni (entro il 5 dicembre) dalle grandi imprese e da quelle a forte consumo di energia iscritte agli elenchi della CSEA, indipendentemente dalla dimensione, e deve essere inviata telematicamente all’Enea entro il 22 dicembre di ogni anno d’obbligo. Anche per le imprese non soggette all’obbligo, la Diagnosi rappresenta uno strumento molto utile a creare i presupposti per ridurre i costi operativi e ottenere una maggiore competitività sul mercato, anche perché nella maggior parte dei casi, in seguito a un Audit viene effettuato almeno un intervento di efficientamento.

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Quante aziende hanno presentato la Diagnosi Energetica nel 2020?

Il 2019 è stato il primo anno del secondo ciclo di Diagnosi obbligatorie, quindi si è ovviamente registrato un altissimo numero di nuove diagnosi in scadenza presentate all’Enea (11.172 da parte di 6.434 imprese). Nel 2020, invece, ne sono state presentate all’Enea ulteriori 759 da parte di 495 imprese, di cui 476 “grandi imprese” e 241 “imprese energivore” (alcune aziende rientrano in entrambe le categorie).
Delle 759 Diagnosi Energetiche, 344 risultano relative a siti caratterizzati dalla presenza di “Piani di Monitoraggio dei consumi”: per tutte le imprese e le pubbliche amministrazioni alla seconda tornata di Diagnosi, infatti, è obbligatorio effettuare una rendicontazione annuale dei risparmi energetici conseguiti, così da verificare i risultati raggiunti. Altri 71 siti produttivi risultano invece caratterizzati dalla presenza di un Sistema di Gestione Energia ISO 50001 certificato (per sapere di più sul sistema ISO 50001 leggi anche Perché è importante adottare un Sistema di Gestione Energia). 

Quali sono i risparmi di energia ottenuti con le Diagnosi Energetiche?

Le Diagnosi Energetiche inviate ad Enea a dicembre 2020 riportano 348 interventi già effettuati da soggetti obbligati, da parte di 141 imprese. Gli interventi “individuati” attraverso le Diagnosi, invece, sono ben 1.990 distribuiti su 405 imprese. In media, vengono individuati 2,62 interventi per ogni Diagnosi effettuata, con punte di 3,2 nel settore manifatturiero; se realizzati, tali interventi potrebbero portare a un ulteriore risparmio di energia finale di circa 26 ktep/anno, tra energia elettrica (59% del totale), energia termica (23%), carburante (5%) e altri risparmi (13%).
Un dato, questo, che mostra quanto sia importante la leva della Diagnosi Energetica per procedere concretamente all’efficientamento, anche se non tutti gli interventi individuati saranno implementati e comunque la loro attuazione sarà dilazionata nel tempo.
Nel 2020 gli interventi effettuati hanno consentito un risparmio di energia finale (ossia effettivamente consumata) di 37 ktep/anno (Tonnellate equivalenti di petrolio), grazie in particolare all’installazione di impianti di cogenerazione/trigenerazione e alla produzione da fonti rinnovabili nel settore manifatturiero che, da solo, vale oltre il 95% dei risparmi totali.
C’è da precisare che il risparmio associato agi interventi effettuati o individuati interventi varia notevolmente a seconda del settore considerato. 

Quali settori produttivi effettuano la Diagnosi Energetica?

Tra tutte le aziende che hanno inviato all’Enea la Diagnosi Energetica, il settore maggiormente rappresentato è quello delle attività manifatturiere (360 Audit); si tratta in gran parte di aziende caratterizzate da processi industriali energivori, che per ottimizzare i propri consumi devono per forza passare attraverso una Diagnosi che metta in evidenza il fabbisogno legato ad ogni attività e ad ogni impianto/macchinario. La maggior parte delle diagnosi è relativa a siti produttivi situati nelle regioni italiane a maggior sviluppo industriale: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte. Come negli gli anni precedenti, anche nel 2020 molte Diagnosi arrivano dal sotto-settore della gomma-plastica che conta molte imprese energivore, e da quello metallurgico. Anche il settore alimentare e quello tessile sono caratterizzati da un numero consistente di diagnosi, dato che anche in questi comparti più del 70% delle aziende è energivoro.

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