Fonti rinnovabili, idrogeno, comunità energetiche, efficienza in edilizia sono gli assi portanti della rivoluzione green stabilita dal PNRR e finanziata dal Recovery Fund europeo.
Con il PNRR si inizia a fare sul serio. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che fa parte di Next Generation EU (il progetto di rilancio dell’Unione Europea), può infatti concretamente partire grazie all’erogazione, avvenuta il 13 agosto, della prima tranche di finanziamenti da 24,9 miliardi di euro: serviranno a concretizzare 106 progetti individuati come prioritari già entro il 2021.
In totale il PNRR mobiliterà qualcosa come 222,1 miliardi di euro, di cui 191,5 dal Recovery Fund europeo vero e proprio (tramite 68,9 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi di prestiti) e 30,6 milioni dal Piano nazionale per gli investimenti complementari finanziato dallo Stato. I fondi dovranno essere spesi entro cinque anni per realizzare gli interventi previsti, per cui si può affermare che siamo di fronte alla più veloce spinta innovativa mai sperimentata dal nostro Paese.
Ma dove andranno tutti questi soldi? Quali soluzioni e tecnologie saranno promosse per favorire la transizione ecologica? Analizziamo cosa stabilisce il PNRR.
Le missioni e gli investimenti previsti dal PNRR
La denominazione “Italia Domani” data al PNRR dal nostro Governo chiarisce da sola la missione che ci si aspetta da questo immenso progetto di innovazione: disegnare il volto futuro del nostro Paese.
Per comprendere come il piano guardi a 360 gradi basta leggere le 6 “missioni”, ossia le aree tematiche generali su cui intervenire:
- Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
- Rivoluzione verde e transizione ecologica;
- Infrastrutture per la mobilità sostenibile;
- Istruzione e ricerca;
- Inclusione e coesione;
- Salute.
Ciascuna missione si articola poi in aree di intervento specifiche, per le quali sono stati pensati investimenti e riforme. E addentrandosi nei meandri delle varie voci si trovano quelle relative alla produzione e utilizzo dell’energia green e all’efficienza energetica, elementi fondamentali sui quali si gioca il futuro green.
In particolare, alla missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica, a cui sono stati attribuiti in totale 59,46 miliardi di euro (oltre il 31% dei fondi europei più circa 9 miliardi del Piano complementare), fanno capo due componenti strategiche:
- Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile;
- Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici.
Le risorse assegnate energia e mobilità green...
Alla voce Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile sono assegnati ben 23,78 miliardi del PNRR oltre a 1,4 miliardi del Piano Complementare.
Le smart grid si aggiudicano la fetta più importante, con oltre 3,6 miliardi assegnati, che dovranno servire per migliorare l’affidabilità, la sicurezza e la flessibilità del sistema energetico nazionale, e promuovere così l’elettrificazione dei consumi portando ad almeno 4.000 MW la quantità di energia proveniente da impianti a fonti rinnovabili.
Poi è la volta delle rinnovabili per le comunità energetiche e l’autoconsumo (2,2 miliardi assegnati), con l’obiettivo di sostenere le comunità di utenti (condomini, cooperative, associazioni senza scopo di lucro, attività commerciali e imprese del territorio) che collaborano tra loro per produrre, consumare e gestire energia pulita rinnovabile attraverso uno o più impianti locali.
Le infrastrutture di ricarica elettrica si aggiudicano, invece, 741 milioni per la realizzazione, entro il 2026, di oltre 20.000 punti di ricarica rapida in autostrada e nei centri urbani. Gli impianti innovativi e “off-shore” per la produzione di energia pulita, anche tramite tecnologie sperimentali, come i sistemi che sfruttano le correnti e il moto delle onde, avranno a disposizione 675 milioni.
Nella lista dei settori che si aggiudicheranno i fondi green un posto di spicco spetta inoltre all’idrogeno, con 950 milioni di euro totali stanziati per realizzare un grande impianto industriale per la produzione di elettrolizzatori (i sistemi che consentono di rompere le molecole dell’acqua separando l’idrogeno dall’ossigeno), e per creare 10 “ hydrogen valleys” in aree industriali dismesse, dove saranno promossi a livello locale la produzione e l'uso di H2 prodotto da fonti rinnovabili nell'industria e nei trasporti.
...e quelle assegnate a efficienza e riqualificazione degli edifici
Per il settore dell’efficienza energetica e della riqualificazione edilizia, anch’esso protagonista assoluto della transizione ecologica, sono previsti 15,36 miliardi di euro del PNRR oltre a 6,56 miliardi del Piano Complementare. Qui la parte del leone, con quasi 14 miliardi di euro (13,950 per la precisione), la giocheranno le detrazioni fiscali per la ristrutturazione energetica e sismica degli edifici (Ecoconus e Sismabonus fino al 110%) per favorire le riqualificazioni e la trasformazione del parco immobiliare nazionale in “edifici ad energia quasi zero” (nZEB). Sono previsti anche 800.000 euro per la sostituzione di circa 195 edifici scolastici obsoleti, per un totale di 410 mila mq con una riduzione del consumo di energia finale di almeno il 50% (3,4 Ktep all’anno), 411 milioni per l’efficientamento degli edifici giudiziari (290.000 mq di uffici, tribunali e cittadelle giudiziarie, per un totale di 48 strutture), 200 milioni per sostenere lo sviluppo di 330 km di nuove reti di teleriscaldamento efficiente e la costruzione di impianti o connessioni per il recupero di calore di scarto per 360 MW, e altri 200 per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica.
Il lavoro da fare sarà immane, soprattutto dal punto di vista delle riforme che punteranno a promuovere le tecnologie davvero più pulite ed efficienti. Perché il futuro green, come ha affermato il Ministro Roberto Cingolani, passa da qui: “Transizione significa esattamente questo: passare progressivamente a tecnologie sempre meno dannose per ambiente. Senza editti dall’oggi al domani”.