I prezzi di gas ed elettricità sono tornati a pesare sui conti delle imprese. Efficienza energetica e autoproduzione rinnovabile sono l’antidoto contro la crisi.
INDICE:
1. Strategie di sviluppo sicure contro il caro energia
2. Le cause del rincaro dell’energia
3. Il prezzo attuale del gas
4. Il prezzo attuale dell’elettricità
5. Le previsioni sui costi dell’energia
6. L’aiuto del Governo per supportare le imprese
7. Quanto incide il caro energia sulle imprese
8. Generatori di vapore efficienti per il calore ad alta temperatura
9. Elettrificazione per il calore a bassa temperatura
10. Fotovoltaico per l’autoproduzione
1.Strategie di sviluppo sicure contro il caro energia
Il caro energia ha ripreso a colpire i conti delle imprese, delle famiglie e della pubblica amministrazione. Dopo i picchi del 2022 e il successivo calo del 2023, a partire dai primi mesi del 2024 i prezzi all’ingrosso di gas ed elettricità sono tornati a crescere, quasi raddoppiando nell'arco di 12 mesi, a dimostrazione che il rischio legato ai costi energetici per l’Italia non è affatto superato.
I rincari dei costi energetici hanno un impatto immediato sul business di una impresa, incidendo sui costi di produzione, e rappresentano una minaccia per la redditività del business che può essere tutelata investendo in soluzioni per l’efficientamento energetico e per la produzione e l’autoconsumo di energie rinnovabili.
Consumare meno energia e riuscire in parte ad autoprodurla è una soluzione che permette di pianificare strategie di sviluppo sicure e sostenibili, diventando più autonomi dalle forniture e attenuando l’impatto negativo delle oscillazioni dei prezzi.
2.Le cause del rincaro dell’energia
A monte dei rincari energetici c’è il perdurare delle tensioni geopolitiche legate alla guerra russo-ucraina che ha imposto un repentino cambiamento nelle strategie europee di approvvigionamento. Fino al 2021 importavamo dalla Russia 29 miliardi di metri cubi di gas, nel 2024 siamo scesi a circa 5 miliardi e in teoria dovremmo azzerare le importazioni nel 2025.
Sostituire quei 29 miliardi di metri cubi, però, non è stato e non è tuttora semplice: per farlo abbiamo dovuto aumentare l’import da altri Paesi e ricorrere alle più costose forniture di GNL (Gas naturale liquefatto). Inoltre, si è aggiunta quest’anno una stagione invernale più rigida degli anni scorsi, con il conseguente aumento della richiesta di gas per il riscaldamento.
Tutti questi fattori hanno determinato conseguenze immediate per il business delle imprese, per le bollette di luce e gas delle famiglie e della pubblica amministrazione.
3. Il prezzo attuale del gas
Sul TTF (Title Transfer Facility), il punto di scambio virtuale di riferimento per il mercato europeo del gas, a febbraio 2025 il prezzo medio del metano ha toccato quasi 52 €/MWh, in salita rispetto ai 48 €/MWh di gennaio e soprattutto rispetto ai 26 €/MWh di un anno fa.
Al momento non si hanno certezze sul futuro: i mercati restano molto instabili e, a parte improvvise oscillazioni al ribasso, è davvero improbabile che potremo tornare alle condizioni a cui ci eravamo abituati fino al 2021, con quotazioni del gas stabili e basse.
4. Il prezzo attuale dell’elettricità
Il costo dell’elettricità ha seguito un andamento parallelo a quello de gas. Il nostro mercato dell’energia elettrica all’ingrosso, infatti, si basa sul Sistema di prezzo marginale che fissa il costo orario in base alla quotazione di offerta più alta, rappresentata sempre dagli impianti termoelettrici a gas.
In Italia l’aumento della produzione di elettricità da rinnovabili non riesce a “scalzare” il metano nel determinare le quotazioni, perché ancora oltre il 40% dell’elettricità è prodotto con il gas.
Dopo il picco storico del 2022 (con il PUN in agosto che aveva raggiunto una media di 543 €/MWh), a febbraio 2025 la quotazione media dell’energia elettrica all’ingrosso è stata di 153 €/MWh, rispetto agli 88 di un anno fa. Anche in questo caso, come per il gas, si tratta quasi di un raddoppio.
5. Le previsioni sui costi dell’energia
Per i prossimi mesi le previsioni sui costi dell’energia sono decisamente caute, perché ci sono molti fattori che restano al di fuori del nostro controllo: il clima, gli esiti della guerra in Ucraina, le diverse strategie di approvvigionamento internazionali, soprattutto quelle cinesi.
Potrebbe esserci una diminuzione dei costi in coincidenza della stagione estiva, a riscaldamenti spenti, ma con la ripresa dell’anno termico 2024-2025 si vedrà probabilmente un nuovo rialzo.
Il problema degli stoccaggi europei di gas da riempire nuovamente dopo l’inverno (oggi sono sotto il 37%, dato stagionale più basso degli ultimi tre anni, anche se in Italia la situazione è migliore) potrebbe a sua volta incidere in negativo sui costi del gas.
Come ha sottolineato Nomisma Energia, il sistema energetico europeo (ed italiano) è ancora molto “rigido”.
6. L’aiuto del Governo per supportare le imprese
All’interno del decreto emanato lo scorso 28 febbraio per fronteggiare il caro energia, il Governo ha stanziato alcune risorse temporanee anche per le aziende (1,4 miliardi di euro sui circa 3 miliardi previsti nel complesso).
In particolare, 600 milioni raccolti tramite le aste ETS del 2024 (la vendita delle quote di CO2) andranno a finanziare il Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, altri 600 milioni finanzieranno invece l’abbattimento per un semestre degli oneri di sistema nelle bollette delle piccole e medie imprese (clienti non domestici in bassa tensione con potenza superiore a 16,5 kW).
7. Quanto incide il caro energia sulle imprese
Le imprese manifatturiere italiane continuano a pagare l’energia più cara rispetto ai competitor europei. Per le grandi imprese e per quelle energivore esistono agevolazioni che abbassano i costi energetici, ma c’è da considerare che per molti settori la voce energia rimane una delle più consistenti all’interno dei costi di produzione: dal cemento alla ceramica, dalla metallurgia alla chimica, dalla carta alla gomma-plastica, l’energia può incidere per il 10-15% sui costi complessivi e suo un rincaro comporta un’erosione immediata dei margini operativi e una perdita di competitività del business.
Le PMI manifatturiere, inoltre, a differenza delle grandi aziende non possono contare su contratti pluriennali di approvvigionamento e acquistano l’energia con contratti a breve termine, rimanendo maggiormente esposte ai rialzi improvvisi.
Il problema del caro energia non è da meno per le imprese più piccole, in particolare per le micro imprese (sotto i 2 milioni di euro l’anno di fatturato). Queste realtà, costituite da artigiani, piccoli commercianti e piccolissime imprese con consumi inferiori 20 MWh l’anno, non godono di alcuna agevolazione e si devono approvvigionare con le offerte sul mercato libero.
Il risultato è che, come sottolinea la Cgia di Mestre, una micro impresa paga l’energia elettrica più di tutti altri Paesi dell’area euro e molto di più rispetto alle nostre grandi imprese, con un valore calcolato per il 1° semestre 2024 di ben 348 €/MWh, rispetto si “soli” 131 €/MWh delle aziende con consumi tra i 70.000 e i 150.000 MWh/anno (è quasi il 165% in più).
8. Generatori di vapore efficienti per il calore ad alta temperatura
Per le imprese produttive caratterizzate da processi che richiedono alte temperature, rinunciare al gas oggi è quasi sempre una soluzione non praticabile. In queste situazioni, per ridurre i costi di produzione legati all’energia in modo “strutturale” bisogna implementare sistemi di generazione del calore a gas più efficienti.
Il risparmio economico che si ottiene dipende dal prezzo con cui si acquista la materia prima gas ed è ovviamente più consistente quanto le quotazioni sono alte. Volendo fare un esempio banale, se 12 mesi fa risparmiare il 20% sui consumi energetici poteva significare spendere 80 euro al posto di 100, oggi significa spenderne 160 al posto di 200. Al raddoppiare dei costi energetici, insomma, raddoppia anche il risparmio che si può ottenere.
Un’impresa industriale che investe in efficienza (per esempio in un generatore di calore evoluto), può contare oggi su tempi di ritorno dell’investimento decisamente più veloci, ritrovandosi in dotazione un impianto all’avanguardia che continuerà a produrre a costi competitivi anche quando i prezzi del gas si abbasseranno.
Ma è davvero possibile un risparmio del 20% sul combustibile installando un nuovo generatore di vapore evoluto? Sì: con l’installazione di tutti i dispositivi per il risparmio energetico (economizzatore, condensatore e accessori al bruciatore) un generatore di vapore evoluto, come un sistema Vitomax HS di Viessmann, può aumentare il rendimento fino al 20%, consentendo alle aziende di risparmiare decine di migliaia di euro l’anno, a seconda delle ore di funzionamento del sistema.
9. Elettrificazione per il calore a bassa temperatura
Secondo un recente report della società di analisi Ecco, oggi in Italia il 68% del calore di processo deriva da combustibili fossili. Il 31% di questo fabbisogno, però, è costituito da calore di processo a bassa e media temperatura (sotto i 200 °C, in molti casi sotto i 150 °C), percentuale che sale al 45% se si considera anche il riscaldamento degli ambienti.
In questi casi l’elettrificazione tramite l’utilizzo di pompe di calore oggi è fattibile.
L’analisi di Ecco ha preso ad esempio i settori italiani dell’alimentare e del tessile, costituiti prevalentemente da PMI e caratterizzati da processi che richiedono temperatura tra i 50°C e i 150°C che potrebbero trarre vantaggi dalla maggiore efficienza delle pompe di calore, riducendo la dipendenza dal gas e diminuendo in modo sostanziale le emissioni di CO2.
Attualmente, però, il vantaggio economico dell’elettricità sul gas è minacciato da imposte e oneri fiscali sulle tariffe elettriche: per questo motivo è ancora più conveniente autoprodurre la propria elettricità.
10. Fotovoltaico per l’autoproduzione
Per abbattere i costi energetici, garantendo alle imprese forniture stabili e con costi certi e prevedibili, una soluzione oggi da prendere sempre in considerazione è quella dell’autoproduzione di energia con il fotovoltaico.
L’unico costo da affrontare è quello dell’investimento iniziale, che viene ammortizzato in un periodo di tempo che varia a seconda di quanta energia elettrica si riesce ad autoconsumare (è fondamentale valutare i profili di consumo dell'impresa per dimensionare correttamente l’impianto e l’eventuale accumulo) e in base al costo evitato nella bolletta elettrica.
Oggi, poi, esiste l’opportunità di sfruttare Industria 5.0 che consente di installare un impianto a fonti rinnovabili con condizioni estremamente vantaggiose, riducendo tempi di ritorno a meno di 4 o 5 anni.
Viessmann dispone nella propria offerta di pannelli fotovoltaici di grandi dimensioni specificamente pensati per il settore industriale, con tecnologia bifacciale e una potenza che arriva a quasi 600 kWp, oltre a inverter trifase e sistemi di accumulo avanzati.