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13 gennaio 2020  |  a cura di Industriale Viessmann  |  condividi con

Le buone prassi per la climatizzazione degli uffici

13 gennaio 2020
Uffici e aree commerciali

Alcune semplici regole di comportamento aiutano a rispettare la normativa sulla climatizzazione degli uffici e a risparmiare sui consumi, senza rinunciare al comfort.

Per risparmiare sui costi energetici associati alla climatizzazione degli uffici sono certamente necessari impianti di riscaldamento e raffrescamento dotati delle tecnologie più efficienti.
Anche le buone abitudini, tuttavia, aiutano ad evitare gli sprechi mantenendo il giusto comfort.

Partiamo da quello che prescrive la normativa su questo argomento. La gestione e la manutenzione degli impianti termici sono regolamentate dal DPR n.74 del 16 aprile 2013 e dal DM del 10 febbraio 2014. Questi decreti dettano regole sulle ore di accensione degli impianti e sulle modalità e frequenza dei controlli e della manutenzione. In particolare, il DPR n.74 stabilisce che la media ponderata delle temperature dell'aria, misurate nei singoli ambienti riscaldati di ciascuna unità immobiliare, deve rispettare queste condizioni:

  • non superare 18°C + 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, o 20°C + 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici, durante il funzionamento dell'impianto di climatizzazione invernale;
  • non essere minore di 26°C, con -2 °C di tolleranza, per tutti gli edifici durante il funzionamento dell'impianto di climatizzazione estiva.

Gli edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura sono esclusi dal rispetto di questi parametri per quanto riguarda le zone riservate alla permanenza e al trattamento medico dei degenti o degli ospiti. Per gli edifici adibiti a piscine e saune, invece, le autorità comunali possono concedere deroghe ai limiti di temperatura dell'aria negli ambienti.
Anche per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, le autorità comunali possono concedere deroghe, qualora si verifichi almeno una delle seguenti condizioni: le esigenze tecnologiche o di produzione richiedano temperature diverse dai valori limite; l'energia termica per la climatizzazione estiva e invernale degli ambienti derivi da sorgente non “convenientemente” utilizzabile in altro modo (che andrebbe quindi sprecata).

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Negli uffici e negli edifici commerciali, proprio come nelle abitazioni, gli impianti di riscaldamento possono restare accesi da sei ore, per la zona climatica A (che in Italia interessa solo pochissime località, come Lampedusa), fino a 24 ore nel caso della zona climatica F (in area alpina).
Non vi sono limiti di accensione oraria nemmeno quando i servizi all’interno dei locali si svolgono senza interruzione delle attività.
Il periodo di accensione del riscaldamento varia, sempre a seconda della zona climatica, da un intervallo compreso tra il 1° dicembre e il 15 marzo della zona A, fino al 15 ottobre - 15 aprile della zona E, e anche in questo caso la zona climatica F non ha alcuna limitazione.

Al fine di rispettare i requisiti normativi per la climatizzazione degli uffici e di evitare sprechi energetici e costi inutili in bolletta, è importante conoscere alcune condizioni che determinano la temperatura effettiva negli ambienti e altre che hanno un effetto controproducente: non bisogna dimenticare che per ogni grado in più in un ambiente si aumenta il consumo di combustibile del 5-10%.

  • La temperatura sale di 1-2 °C quando una persona permane all’interno di una stanza per circa mezz’ora. In genere è quindi sufficiente regolare la temperatura ambiente attorno ai 18 °C per ottenere un comfort adeguato all’interno degli uffici.
  • Non bisogna risaldare o raffrescare gli ambienti che restano vuoti, ma solo quelli che sono effettivamente necessari; questo accorgimento permette notevoli risparmi energetici. Anche nelle sale riunioni che vengono utilizzate saltuariamente, è opportuno spegnere sempre il riscaldamento alla fine di ogni riunione.
  • Se gli uffici sono suddivisi in locali separati, tenere chiuse le porte in modo da climatizzare solo l’ambiente dove si lavora.
  • Se in inverno si percepisce troppo caldo nell’ambiente, non bisogna comunque aprire le finestre, ma chiedere di abbassare la temperatura di riscaldamento.
  • Allo stesso modo, in estate bisogna tenere sempre le finestre chiuse quando l’impianto di condizionamento è acceso; se fa troppo freddo, fare alzare la temperatura impostata.
  • Per cambiare l’aria degli ambienti, basta aprire le finestre per pochi minuti, è infatti controproducente tenere le finestre socchiuse per ore.
  • Durante la stagione estiva è consigliabile impostare la temperatura ambiente non oltre sei gradi in meno rispetto a quella esterna: oltre a ridurre i consumi di energia, si evitano escursioni termiche dannose per la salute.
  • Spegnere l’aria condizionata almeno mezz’ora prima di uscire dall’ufficio, per risparmiare energia e potersi adattare progressivamente alla temperatura esterna.
  • Deumidificare gli ambienti, soprattutto nelle zone ad alta umidità, può bastare per ottenere il comfort necessario agli ambienti ufficio, senza necessariamente mettere in funzione il condizionamento per abbassare la temperatura.
    Per saperne di più leggi: GUIDA ALL'EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI UFFICI

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