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29 ottobre 2024  |  a cura di Industriale Viessmann  |  condividi con

Quando conviene installare le rinnovabili con Industria 5.0

29 ottobre 2024
Agevolazioni fiscali

Quando conviene installare le rinnovabili con Industria 5.0
13:11

Industria 5.0 offre alle imprese una importante opportunità per installare impianti fotovoltaici e pompe di calore abbattendo i costi. Ma la reale convenienza va valutata con attenzione.

 

Indice:

    1. Obiettivo innovazione, risparmio energetico e rinnovabili

    2. Un breve recap di Industria 5.0

    3. Gli impianti rinnovabili agevolati

    4. Fotovoltaico, quali moduli fotovoltaici si possono installare

    5. Le aliquote di detrazione per il fotovoltaico e per le pompe di calore

    6. I limiti di dimensione degli impianti e autoconsumo a distanza

    7. Quanto si può risparmiare installando il fotovoltaico con Industria 5.0

    8. Le pompe di calore agevolabili con Industria 5.0

    9. Quando conviene davvero sfruttare Industria 5.0 per il fotovoltaico

 

1. Obiettivo innovazione, risparmio energetico e rinnovabili

Un’impresa che investe in innovazione installando beni strumentali nuovi previsti da Industria 4.0 che portino a un risparmio energetico oggi può installare anche impianti a fonti rinnovabili per l’autoconsumo sfruttando un interessante credito d’imposta, se gli investimenti 4.0 portano a un risparmio energetico.

Si potrebbe sintetizzare in questo modo la novità più rilevante prevista dal nuovo piano Industria 5.0 che ormai è nel pieno della sua fase operativa. Un’opportunità senz’altro da non perdere, considerata l’assenza di incentivi statali specifici per le fonti rinnovabili dedicati alle aziende.

I tempi per poter fruire dell’agevolazione sono stretti (ma non impossibili) e vale quindi la pena considerare da subito l’opzione, valutando però quando è davvero conveniente e quando, invece, lo è meno.

 

2. Un breve recap di Industria 5.0

Il piano Industria 5.0 permette alle aziende di qualsiasi dimensione e settore di effettuare investimenti in impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle strutture produttive sfruttando un credito d’imposta che varia a seconda del risparmio ottenuto con gli interventi e dell’entità dell’investimento, e in casi particolari può arrivare fino al 63% (come riportiamo nella tabella sottostante). La misura si applica ai progetti avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025.

La condizione per poter incentivare gli impianti rinnovabili è quella di effettuare contestualmente interventi “trainanti” obbligatori in beni materiali e immateriali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa (specificati agli allegati A e B legge 11/12/2016, n.232), ossia gli stessi interventi previsti da Industria 4.0. Come investimento a sé stante, quindi un impianto a fonti rinnovabili non viene incentivato.

Gli interventi trainanti previsti, inoltre, devono portare obbligatoriamente a una riduzione di almeno il 3% dei consumi energetici della struttura produttiva o di almeno il 5% nel caso dei processi produttivi interessati.

Il Credito d’Imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione entro la data del 31 dicembre 2025, presentando il modello F24 unicamente tramite i servizi telematici offerti dall’Agenzia delle Entrate. L’ammontare non utilizzato entro il 31 dicembre 2025 viene riportato in avanti ed è utilizzabile in cinque quote annuali di pari importo per saperne di più leggi Ora Industria 5.0 può partire).

 

3. Gli impianti rinnovabili agevolati

Le tecnologie per l’autoproduzione di energia che possono accedere al credito d’imposta di Industria 5.0 sono tutte le rinnovabili elettriche, ad esclusione delle biomasse, compresi i sistemi di stoccaggio dell’energia. L’investimento tipico, quindi, è quello in un impianto fotovoltaico aziendale.

Per quanto riguarda le rinnovabili termiche, secondo le definizioni del Decreto interministeriale del 24 luglio 2024 che riporta e modalità attuative di Industria 5.0, sono incentivati sistemi che sfruttano l’energia dell’ambiente, quindi le pompe di calore. Tuttavia, si aprono opportunità anche per il solare termico, perché rientra tra le fonti rinnovabili ammesse dall’articolo 2 del Decreto legislativo 199/2021, a cui fa a sua volta riferimento la circolare operativa del Mimit/GSE del 16 agosto scorso per indicare quali tecnologie rinnovabili possono godere del nuovo credito d’imposta Industria 5.0.

La condizione per le rinnovabili termiche è che il calore sia utilizzato per i processi produttivi e non per il riscaldamento degli ambienti, né per la cessione a terzi. Il solare termico riesce a raggiungere alte temperature, quindi è particolarmente indicato in ambito industriale. Anche le pompe di calore (come vedremo più avanti) possono tuttavia essere proficuamente utilizzate per efficientare i processi che richiedono energia termica.

L’elettricità utilizzata per il funzionamento delle pompe di calore deve però essere rinnovabile autoprodotta oppure deve essere approvvigionata attraverso un contratto di fornitura di energia rinnovabile certificata.

 

4. Fotovoltaico, quali moduli fotovoltaici si possono installare

Sono ammessi a Industria 5.0 solamente impianti fotovoltaici con determinate caratteristiche tecniche che premiano la maggiore efficienza.
I criteri di selezione sono specificati dal Decreto legge n. 181 del 9 dicembre 2023, all'articolo 12 (con le modifiche apportate dal Decreto legge 113/2024 all'art.1). In particolare, sono previsti tre livelli di efficienza:

  1. moduli fotovoltaici prodotti negli Stati membri dell'Unione europea con un'efficienza a livello di modulo almeno pari al 21,5%;
  2. moduli fotovoltaici e celle entrambi prodotti negli Stati membri dell'Unione europea con un'efficienza a livello di cella almeno pari al 23,5%;
  3. moduli prodotti negli Stati membri dell'Unione europea composti da celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio o tandem prodotte nell'Unione europea con un'efficienza di cella almeno pari al 24,0%.
Per le categorie di moduli b) e c) sono previste maggiorazioni dell’incentivo: in particolare, i costi concorrono a formare la base di calcolo del credito d'imposta, rispettivamente, per il 120% e per il 140%.

Il rispetto delle specifiche tecniche deve essere certificato con autocertificazione del produttore, in attesa dell’apposito registro Enea che elencherà i prodotti che rispondono ai requisiti di carattere territoriale e qualitativo.

 

fotovoltaico-industriale-compressor

 

 

5. Le aliquote di detrazione per il fotovoltaico e per le pompe di calore

Riassumiamo in una tabella le aliquote del credito d’imposta previste da Industria 5.0 nei differenti casi di installazione di un impianto fotovoltaico, a seconda della riduzione dei consumi energetici ottenuta con gli investimenti “trainanti”, dell’entità dell’investimento e della tipologia di modulo installato (dati da Italia Solare).

 

 

Riduzione dei consumi energetici con investimenti Industria 4.0

 

Per unità produttiva

≥3%

>6%

>10%

 

Per processo

≥5%

>10%

>15%

 

Investimenti

Misura del credito

Credito d’imposta base moduli a)

fino a 2,5 Mln

35%

40%

45%

da 2,5 a 10 Mln

15%

20%

25%

da 10 a 50 Mln

5%

10%

15%

Credito d’imposta 120% moduli b)

fino a 2,5 Mln

42%

48%

54%

da 2,5 a 10 Mln

18%

24%

30%

da 10 a 50 Mln

6%

12%

18%

Credito d’imposta 140% moduli c)

fino a 2,5 Mln

49%

56%

63%

da 2,5 a 10 Mln

21%

28%

35%

da 10 a 50 Mln

7%

14%

21%

 

Per le pompe di calore l’aliquota di detrazione di Industria 5.0 è sempre quella “base”, variabile in funzione del risparmio energetico ottenuto e dell’ammontare dell’investimento complessivo, quindi può arrivare fino al 45%.

 fotovoltaico-azienda

 

6. I limiti di dimensione degli impianti e autoconsumo a distanza

L’obiettivo di Industria 5.0 è quello di incentivare solamente l’autoconsumo da rinnovabili. Per questo motivo sono stati posti precisi limiti di dimensionamento degli impianti. Nel dettaglio, la producibilità attesa gli impianti di produzione elettrica non può eccedere i 5% del fabbisogno della struttura produttiva, mentre per quanto riguarda il dimensionamento degli impianti termici, il riferimento è il fabbisogno di calore necessario per la specifica attività di processo a cui il sistema è destinato.

Per gli impianti di produzione elettrica come il fotovoltaico, l’autoconsumo può essere sul posto (stesse particelle catastali della struttura produttiva o con POD comunque riconducibile alla struttura produttiva), oppure a distanza: in questo caso l’impianto può essere in una particella catastale diversa dalla struttura produttiva, ma deve appartenere alla stessa zona di mercato.

 

7. Quanto si può risparmiare installando il fotovoltaico con Industria 5.0

Facciamo un esempio concreto calcolando quanto è possibile risparmiare con Industria 5.0 installando un impianto fotovoltaico da 1 MW di potenza.

Consideriamo di installare moduli fotovoltaici di tipo a) che sono quelli oggi più facilmente reperibili e che usufruiscono dell’aliquota “base” non potenziata. Va detto che al momento è difficile prevedere cosa succederà ai prezzi dei moduli, perché l’aumento di richiesta di prodotti di fabbricazione europea potrebbe determinare rialzi. Ipotizzando un costo di 750 euro/kWp (che è solo orientativo e che potrebbe in futuro essere più vicino al massimale previsto per questa taglia di 860 euro/kWp), l’impianto comporta una spesa di 750.000 euro. Se il risparmio energetico ottenuto con gli investimenti in beni strumentali di Industria 4.0 è quello minimo (3% sulla struttura o 5% sul processo), l’aliquota è del 35% che corrisponde a un credito di imposta di 262.500 euro, facendo scendere il costo complessivo dell’impianto a 487.000 euro. Con il risparmio sui consumi massimo previsto (del 10% su struttura o 15% sul processo) il credito d’imposta sale al 45% e il costo dell’impianto scende a 412.000 euro.

È evidente come gli investimenti 4.0 che portino alla percentuale massima di risparmio possibile sia molto importante per sfruttare al meglio il potenziale dell’incentivo.

contattaci-viessmann-ind

 

8. Le pompe di calore agevolabili con Industria 5.0

Le pompe di calore indicate per sfruttare l’agevolazione di Industria 5.0 sono quelle di media e alta potenza del tipo aria-acqua o acqua-acqua, indicate per produrre calore a bassa e media temperatura da poter utilizzare nei processi produttivi, ad esempio per il preriscaldamento a beneficio di un altro generatore di calore ad alta temperatura, come una caldaia a vapore. Sono invece esclusi i sistemi aria-aria utilizzabili solo per il riscaldamento ambientale. Va ricordato che per fruire dell’agevolazione la quota di energia elettrica che alimenta la pompa di calore dev’essere rinnovabile, quindi provenire da un impianto fotovoltaico o da un contratto di fornitura rinnovabile certificata.

Un esempio sono le pompe di calore Viessmann Vitocal Serie Pro ed Energycal Serie Pro per applicazioni commerciali e industriali: con diversi modelli nella fascia di potenza 40-200 kW e alcuni che arrivano a oltre 1 MW, questi generatori sono in grado, nel caso di alcune tipologie Energycal Pro, di arrivare a oltre 80 °C di temperatura di mandata, potendo supportare molti processi industriali.

 

pompa di calore Vitocal 100 APompa di ccalore Vitocal 200 A

 

9. Quando conviene davvero sfruttare Industria 5.0 per il fotovoltaico

Per un’azienda interessata a effettuare un serio investimento nei propri beni produttivi materiali e immateriali (i beni trainanti) conseguendo un importante risparmio energetico, l’agevolazione di Industria 5.0 è senz’altro da prendere in considerazione. In questo caso, a fronte di una spesa che può essere rilevante, il fatto di fruire del credito di imposta anche per l’investimento “aggiuntivo” di un impianto fotovoltaico, magari che alimenta con energia rinnovabile una o più pompe di calore a loro volta incentivate, è un’operazione molto vantaggiosa.

Viceversa, può non rivelarsi la scelta migliore nel caso l’interesse principale sia quello di installare il solo impianto fotovoltaico, perché l’investimento necessario nei beni trainanti, le pratiche burocratiche associate a Industria 5.0 e l’obbligo di rifornirsi dei più costosi moduli di produzione europea potrebbe rendere l’operazione meno vantaggiosa.

 

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