Secondo lo Smart Mobility Report, le immatricolazioni di auto elettriche quest’anno potrebbero raddoppiare. La disponibilità di una colonnina a casa o in azienda è un fattore fondamentale.
In Italia la mobilità elettrica sta crescendo a tripla cifra, anche se i numeri assoluti restano decisamente marginali rispetto a quelli europei e mondiali. La distanza del nostro Paese con la Norvegia, dove quasi la metà delle nuove immatricolazioni è rappresentata da modelli elettrici (noi siamo allo 0,5%), appare ancora siderale.
Nei primi sette mesi del 2019, però, l’incremento di auto nuove pure “green” (ossia ad alimentazione esclusivamente elettrica) rispetto allo stesso periodo del 2018 è stato addirittura del 113% e fa ben sperare per il futuro del settore.
In particolare, secondo lo Smart Mobility Report del Politecnico di Milano, nel 2018 sono state immatricolate nel nostro Paese 9.579 auto elettriche per il trasporto di persone, ripartite più o meno a metà tra modelli ibridi (PHEV, Plug-in Hybrid Electric Vehicle) ed elettrici “puri” (BEV, Battery Electric Vehicle), cifra che potrebbe più che raddoppiare quest’anno spinta soprattutto dai veicoli totalmente a batteria.
In totale, lo scorso anno risultavano circolanti 22.000 veicoli elettrici. L’Italia vale ora il 2,5% del mercato europeo delle auto elettriche, a fronte del 12% del totale del mercato auto.
Il trend positivo è stato trainato dai nuovi modelli di auto elettriche lanciati sul mercato (attualmente sono una sessantina, tra auto elettriche pure e ibride) e, soprattutto, dal recente Ecobonus, ossia gli incentivi per l’acquisto di veicoli a emissioni ridotte, che contribuisce, soprattutto nelle Regioni dove agli incentivi statali si sommano quelli regionali, ad abbattere in maniera consistente il principale ostacolo alla diffusione dei mezzi a batteria, rappresentato dal prezzo di acquisto.
Anche la seconda barriera alla diffusione della mobilità green si sta nel frattempo riducendo: il numero di punti di ricarica sul territorio nazionale pubblici e privati, infatti, sta crescendo a ritmo sostenuto.
Le infrastrutture di ricarica per le auto elettriche
A livello mondiale le infrastrutture di ricarica pubbliche sono circa 540.000, di cui 140.000 di tipo “fast charge”, ossia con potenza superiore a 22 kW che consentono la ricarica completa di un’auto anche in una o due ore.
In Europa, al 2018 i punti di ricarica pubblici ammontano a circa 160.000 (il 15% è di tipo fast), ma nei primi otto mesi del 2019 ne sono stati installati più di 15.000 punti aggiuntivi.
Nel nostro Paese oggi si contano 8.200 colonnine di ricarica pubbliche o private ad accesso pubblico, delle quali oltre mille in Lombardia, seguita da Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia.
Questi punti di ricarica sono per tre quarti situati in ambito urbano, su strada o in parcheggi, ma in una buona percentuale (20-30%) anche presso “punti di interesse” (come centri commerciali e hotel).
Ancora scarsa, invece, la diffusione delle colonnine in ambito extra urbano (meno del 5% del totale), anche se in questo caso è superiore la presenza di ricarica veloce.
Ancora più positivo si sta mostrando il trend riguardo alle colonnine di ricarica private, cresciute del 60% nel 2018 e arrivate secondo le stime a 11.000-13.000 complessivamente, delle quali oltre 4.000 installate solo lo scorso anno.
Nella stragrande maggioranza dei casi (oltre il 90%), si tratta di wallbox domestiche: significa che chi acquista un’auto elettrica si dota molto spesso anche di una colonnina presso la propria abitazione.
E dove vanno concretamente gli automobilisti green a ricaricare l’auto? Un sondaggio realizzato dal Politecnico di Milano a corredo del Report, indica che l’auto a batteria viene utilizzata prevalentemente per viaggi sotto i 100 km, e che nel 70% dei casi la ricarica avviene a casa, mentre il restante 30% si divide tra chi ricarica l’auto in azienda (20%) e chi deve fare affidamento solo alle colonnine pubbliche.
La disponibilità di un’infrastruttura di ricarica domestica o sul luogo di lavoro di lavoro risulta dunque una condizione molto importante per i possessori di un veicolo a batteria che, con una spesa aggiuntiva contenuta, possono assicurarsi una ricarica quotidiana che aiuta a vincere la cosiddetta “range anxiety”, ossia il timore di rimanere “a secco”.