Viessmann
9 novembre 2017  |  a cura di Fabio Cannizzaro  |  condividi con

Teleriscaldamento Milano: Casi di Successo

9 novembre 2017
Teleriscaldamento

Il Protocollo di Kyoto riconosce il teleriscaldamento come uno degli strumenti più efficaci per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Pulita, sicura, efficiente ed ecologica, è una soluzione molto utilizzata per il riscaldamento di distretti urbani e aree ad alta densità abitativa, come i quartieri di Milano. Vediamo insieme quali sono le potenzialità di un sistema di teleriscaldamento e alcuni esempi di successo.

 

Come funziona una Rete di Teleriscaldamento

Il teleriscaldamento è un sistema di produzione e distribuzione del calore, particolarmente sviluppato nei quartieri urbani. Il calore, generato da fonti energetiche diverse, viene distribuito sotto forma di acqua calda direttamente alle utenze, attraverso una fitta rete di tubazioni stradali ben isolate.

Ciò permette l’eliminazione di caldaie, cisterne e canne fumarie dagli edifici connessi alla rete. Al loro posto viene installato un semplice scambiatore di calore che trasferisce il calore prelevato all’ambiente da riscaldare. L’impianto di distribuzione interna, invece, rimane inalterato.

Attualmente in Italia il combustibile più utilizzato nelle centrali di teleriscaldamento è il gas metano (75,9%), ma per riscaldare l’acqua è possibile utilizzare anche il calore generato da fonti rinnovabili e pulite. Nel nostro Paese stanno prendendo sempre più piede centrali che sfruttano fonti rinnovabili come le biomasse, la geotermia, la termovalorizzazione dei rifiuti e il calore di recupero prodotto dagli scarti della lavorazione industriale.

I numeri del Teleriscaldamento in Italia

Nel 2015 risultano in esercizio 217 reti di teleriscaldamento lungo tutta la penisola, per un estensione totale di tracciato di più di 4.000 km.

Le reti sono presenti in 182 centri urbani, dalle grandi città come Milano e Torino ai piccoli paesi da poche migliaia di abitanti.

L’attuale distribuzione delle reti di teleriscaldamento in Italia ha permesso il risparmio di 506.000 tep (tonnellate equivalenti di petrolio) ed evitato l’emissione di 1,6 milioni di tonnellate di CO2.

La volumetria di riscaldamento è di 330 milioni di metri cubi.

Le zone più teleriscaldate si trovano al Nord: Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta sono le regioni con popolazione più teleriscaldata (rapporto volumetria teleriscaldata e popolazione residente).

Questa le tipologie di centrali più diffuse:

  • Termoelettriche (1.140 MWt installati)
  • Cogeneratori con combustibile fossile (1.124 MWt)
  • Termovalorizzazione dei rifiuti (477 MWt)

Gli impianti da fonti rinnovabili stanno registrando una crescita significativa: le biomasse sembrano essere le più apprezzate, con 571 MWt installati. Tra queste rientrano anche le caldaie a cippato di legno, che sfruttano una tipologia di biomassa legnosa molto conveniente per gli impianti industriali.

Seguono le fonti geotermiche ad alta e media entalpia (125 MWt), le pompe di calore (42 MWt), i generatori con recupero del calore da processi industriali (33 MWt) e il solare, per ora sperimentato solo a Varese con una centrale da 1 MWt.

Dati relativi all’anno 2015, elaborati dall’AIRU – Associazione Italiana Riscaldamento Urbano

Teleriscaldamento Milano: il caso Milanofiori

Milanofiori è un grande complesso residenziale, direzionale e commerciale situato a Sud di Milano, su una superficie di 200.000 m². Il quartiere a misura d’uomo, con ampi spazi verdi e una perfetta integrazione tra architettura e paesaggio, rispetta i criteri di sostenibilità sia per quanto riguarda la composizione, le tecnologie e i materiali utilizzati, sia dal punto di vista della valorizzazione delle aree boschive esistenti e la salvaguardia delle biodiversità.

Per il riscaldamento di appartamenti, uffici e negozi si affida a una centrale di teleriscaldamento locale con tre caldaie industriali Vitomax 200 da 6600 kW di Viessmann e altrettanti scambiatori di calore Vitotrans 333.

L’applicazione della tecnica della condensazione su impianti di riscaldamento assicura una produzione di calore sufficiente a soddisfare tutte le strutture del quartiere, garantendo una considerevole riduzione di emissioni inquinanti e sfruttando al meglio il calore di scarto che altrimenti verrebbe disperso nell’ambiente.

Il recupero del calore entalpico, dato in particolare dal calore sensibile e in parte del calore latente, supera i 400 kW per scambiatore. Con questi numeri, l’investimento sostenuto per l’acquisto degli scambiatori viene recuperato in massimo due anni di funzionamento.

Agevolazioni e finanziamenti per l’efficienza energetica

Per ammortizzare ancora più velocemente la spesa è possibile usufruire di incentivi, agevolazioni fiscali e finanziamenti regionali e statali, come ha fatto il Comune di Gragnano Trebbiense, in provincia di Piacenza.

La realizzazione della centrale di teleriscaldamento a biomassa a cippato a cui sono collegati gli edifici scolastici, gli edifici comunali e il centro culturale, è stata in parte finanziata dalla Regione Emilia Romagna con un contributo di 350.000 €.

Contando che l’investimento iniziale prevedeva un costo di costruzione pari a 640.000 €, grazie ai finanziamenti pubblici e a ulteriori finanziamenti privati (100.000 €) il Comune ha potuto risparmiare più della metà dell’importo ipotizzato.

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