Ridurre i consumi energetici è l’esigenza di molti, sia in ambito residenziale che industriale. E dopo il Protocollo di Kyoto è diventato un obiettivo comune anche a livello europeo. Per questo, chi vuole migliorare l’efficienza energetica di impianti industriali e commerciali deve mettere in atto interventi mirati, in grado di assicurare un risparmio consistente sui costi di gestione, oltre a ridurre l’impatto ambientale.
A livello nazionale il D.Lgs. 102/2014 (Decreto Efficienza Energetica) ha inserito nuovi obiettivi per quanto riguarda l’efficienza energetica. Uno di questi è l’obbligo per le grandi imprese e le aziende energivore, quelle cioè che utilizzano almeno 2,4 GWh di energia (sia essa elettrica o termica) e che hanno un rapporto costo effettivo dell’energia/ fatturato superiore al 3%, di svolgere una diagnosi energetica quadriennale per verificare l’efficienza dei propri sistemi.
L’audit è molto importante non solo per le realtà industriali obbligate a farlo, ma anche per tutte quelle imprese che vogliono ridurre i costi di gestione. È appurato, infatti, che la spesa energetica incide sulle performance delle imprese, spesso in maniera negativa.
Per individuare gli interventi con il miglior rapporto costi/benefici è quindi necessario analizzare in maniera approfondita il contesto energetico, gli attuali consumi e i punti di forza e debolezza dell’azienda. Installare una tecnologia efficiente permette di sfruttare al meglio la fonte di energia primaria o secondaria a disposizione, ma attenzione: un risparmio di energia primaria non sempre implica un risparmio economico e viceversa.
La consulenza di un EGE qualificato può aiutarti a centrare entrambi gli obiettivi.
Soluzioni efficienti per ridurre le spese energetiche
A titolo esemplificativo, riportiamo di seguito alcuni degli interventi che spesso vengono indicati nelle diagnosi energetiche come soluzioni per migliorare l’efficienza delle industrie:
- installazione di motori efficienti e inverter: consentono di tagliare la bolletta elettrica fino al 30%
- illuminazione con tecnologia a LED: per un saving sui costi complessivi di approvvigionamento elettrico del 3-5%
- fotovoltaico, solare termico e fonti rinnovabili: le percentuali vanno definite caso per caso
- sistemi di monitoraggio/controllo/automazione: una gestione “smart” permette di mantenere il massimo livello di efficienza
- riqualificazione o sostituzione dell’impianto di riscaldamento, con eventuale sostituzione del tipo di combustibile fino ad ora utilizzato
Relativamente a quest’ultimo punto, la Legge obbliga le aziende ad adeguarsi quanto prima alle disposizioni in materia di energia prodotta da fonti rinnovabili per soddisfare le quote richieste relativamente alla. produzione di acqua calda sanitaria ed energia termica per il riscaldamento e il raffrescamento.
Per fare ciò si rivela fondamentale puntare tutto sulle biomasse.
Sempre più industrie e strutture commerciali hanno installato una caldaia a biomassa nella propria centrale termica, consapevoli che utilizzare una fonte gratuita e a CO2 neutra non porta solo vantaggi economici, ma fa anche del bene all’ambiente.
Ovviamente le aziende che lavorano il legno e che producono tanti scarti o che sono situate vicino ad aree boschive sono più avvantaggiate di altre. Per fortuna, però, l’approvvigionamento della materia prima è facile per tutti, in quanto la legna è disponibile in grandi quantità su tutto il territorio nazionale.
Di cosa parliamo, quando parliamo di biomassa legnosa?
Legna a ciocchi, cippato, pellet, bricchette di legno, segatura e trucioli sono tutti derivati del legno, quindi ottimi combustibili naturali che possono essere utilizzati per il funzionamento di un impianto termico a biomassa composta da:
- un impianto per l’estrazione del combustibile dal sito di stoccaggio
- un impianto di combustione, che comprende anche i dispositivi per l’alimentazione del combustibile e la rimozione delle ceneri
- un sistema di recupero del calore dei fumi, dotato o meno di economizzatori
- un impianto di estrazione e trattamento dei gas combusti con relativo camino
I modelli più all’avanguardia sono dotati di alcune funzioni automatiche come il caricamento del combustibile, l’accensione e la rimozione della cenere, che facilitano la gestione e la manutenzione dell’impianto.
Scegliere la caldaia più adatta alle proprie esigenze industriali, però, non è altrettanto semplice. È importante analizzare prima di tutto la tipologia e l’entità dei consumi aziendali, per valutare il sistema più performante. Se parliamo di riscaldamento industriale la biomassa va benissimo, ma se la tua necessità è quella di avere a disposizione anche grandi quantità di energia elettrica, forse è il caso di orientarsi verso altre soluzioni.
Un’alternativa potrebbe essere rappresentata dall’impianto di cogenerazione. Con un solo macchinario puoi produrre contemporaneamente energia termica ed energia elettrica, riducendo costi, consumi ed emissioni.
La produzione combinata di elettricità e calore in uno stesso impianto può incrementare l’efficienza di utilizzo del combustibile fossile fino oltre il 30%.
Rispetto agli impianti di produzione di energia elettrica tradizionali, dove circa metà dell’energia prodotta dalla combustione viene dispersa sotto forma di calore, in un impianto di cogenerazione di ultima generazione il calore viene quasi completamente recuperato e utilizzato nell’impianto termico. Ciò contribuisce a migliorare notevolmente l’efficienza del sistema, con prestazioni complessive che arrivano a un 80-90%.
L’eventuale surplus di elettricità, invece, può essere reimmesso in rete e incentivato con il meccanismo dello scambio sul posto.
La cogenerazione trova applicazione in ambito industriale, nelle strutture ricettive e sportive, negli edifici commerciali e nelle reti di teleriscaldamento. I nostri esperti hanno già supportato molte aziende nella scelta di un nuovo impianto di questo tipo, capace di ridurre le spese fino al 50% grazie anche al corretto dimensionamento.
Cogenerazione a biomassa: massima efficienza per gli impianti industriali
Collegando un impianto di cogenerazione a una caldaia a biomassa è possibile raggiungere la completa autonomia energetica, riducendo fin quasi ad azzerare l’utilizzo di combustibili fossili.
È quello che ha fatto l’azienda Pedross Spa di Bolzano, leader mondiale per la produzione di battiscopa e accessori per il pavimento.
La produzione di energia termica ed energia elettrica viene soddisfatta da un impianto di cogenerazione con ciclo ORC composto da una caldaia a biomassa Vitoflex alimentata con gli scarti della lavorazione del legno.
I vantaggi legati a un impianto di cogenerazione a biomassa sono molteplici:
- Riduzione dei costi energetici
- Risparmio sullo smaltimento degli scarti
- Salvaguardia dell’ambiente, grazie all’impiego di risorse a km zero
In questo caso il ritorno economico è massimizzato perché, oltre a soddisfare il fabbisogno di calore interno utilizzando sottoprodotti propri della lavorazione del legname, risparmiando così sui costi dell’energia primaria, l’energia termica prodotta in estate viene ceduta alla rete di teleriscaldamento di Laces per servire 470 utenze locali.
Questo è solo un esempio di impianto industriale efficiente: altri li abbiamo inseriti nella Guida qui sotto. Scarica subito il PDF gratuito e scopri quanto puoi risparmiare efficientando al meglio la tua azienda.