Soluzioni costruttive e impiantistiche all’avanguardia e il ricorso a fonti rinnovabili hanno consentito al centro ospedaliero in provincia di Trento di ottenere la certificazione LEED. La centrale termica è affidata a due caldaie a basamento Viessmann.
La realizzazione di un ospedale rappresenta una sfida critica sotto molti punti di vista. L’edilizia ospedaliera, infatti, deve considerare non solamente le migliori soluzioni per l’efficienza energetica e l’eco-sostenibilità, ma anche le esigenze di sicurezza e continuità operativa e quelle, particolarmente importanti, del comfort dei pazienti.
Soprattutto nel caso di edifici di nuova realizzazione l’obiettivo è certamente raggiungibile, ma a fronte di un’attenta progettazione che parta da un’analisi “olistica” delle esigenze.
Un esempio di eccellenza di nuova edilizia ospedaliera è quello dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona "San Giovanni" di Mezzolombardo, in provincia di Trento, che ha utilizzato soluzioni costruttive e impiantistiche all’avanguardia: oltre alle elevate prestazioni termoisolanti dell’involucro, infatti, i sistemi impiantistici concorrono a un forte contenimento del fabbisogno di energia primaria grazie e all’utilizzo di fonti rinnovabili.
L’edificio è stato inaugurato nell’ottobre del 2018 ed è il primo ospedale italiano certificato secondo il protocollo LEED Italia v3-LEED 2009, con rating Premium.
Gli obiettivi del progetto per l’ospedale San Giovanni
Il San Giovanni di Mezzolombardo è un ospedale di piccole dimensioni (12.258 m2 di superficie) che svolge un ruolo importante di presidio territoriale nella rete sanitaria trentina. L’edificio è stato progettato pensando sia alla sostenibilità energetica (l’indice di prestazione energetica è pari a 8,78 kWh/m2) che a quella dei materiali e dei prodotti utilizzati.
La struttura è compatta e si sviluppa su sette livelli, di cui due sotterranei, dove trovano posto, tra le tante attività, gli ambulatori generali e specialistici, la postazione di pronto intervento, il centro prelievi, 12 posti letto in camere doppie e 8 posti hospice in camera singola, oltre a palestra e box per la riabilitazione e una sala conferenze.
Il progetto è stato concepito sin dall’inizio per seguire le direttive del protocollo LEED. Per la costruzione dell’involucro e delle strutture murarie interne sono stati impiegati materiali per la posa a secco, così da facilitare il riuso a fine vita in un’ottica di economia circolare e garantire minime emissioni di VOC (composti organici volatili), a tutela della qualità ambientale. Le caratteristiche dell’involucro e le soluzioni impiantistiche efficienti, inoltre, hanno favorito un elevato utilizzo di fonti rinnovabili che arrivano a coprire il 32% del fabbisogno energetico complessivo dell’ospedale.
Quali soluzioni impiantistiche sono state adottate?
Le aree tecnologiche, poste al primo piano interrato, ospitano un sistema di cogenerazione, la centrale termica e frigorifera, i generatori di vapore, la produzione idrica e di gas medicali; la centrale antincendio è invece al secondo piano interrato, mentre i sistemi di trattamento dell’aria sono posti al quarto piano.
Sicurezza e affidabilità sono state le linee guida delle scelte impiantistiche, oltre alla facilità di gestione e manutenzione e alle flessibilità di configurazione e funzionamento.
Il progetto impiantistico per la produzione energetica del centro ospedaliero San Giovanni è stato sviluppato prevedendo una dotazione tecnologica proporzionalmente superiore rispetto ad altri progetti analoghi, proprio per garantire maggiore sicurezza, strutturandosi quindi con molti elementi anche “ridondanti”, tra i quali:
- cogeneratore per la produzione combinata di energia e calore da 90 kW termici e 44 kW elettrici;
- centrale termica per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, con produzione di acqua calda alta e bassa temperatura, costituita da due caldaie a basamento fornite da Viessmann, dimensionate per soddisfare le esigenze del nuovo ospedale e di un edificio preesistente; per il funzionamento prioritario è utilizzato un generatore è a gas metano (caldaia a condensazione ad alta efficienza Vitocrossal 300 da 895 kW, rendimento fino al 98%) al quale si affianca un generatore a bassa temperatura dotato di bruciatore con doppia alimentazione a metano o gasolio (caldaia Vitoplex 300 da 900 kW);
- centrale termofrigorifera costituita da due pompe di calore che utilizzano l’acqua di falda prelevata da un pozzo di nuova realizzazione, sfruttate per il riscaldamento invernale a bassa temperatura e per il raffrescamento estivo;
- esteso ricorso a terminali di radianti, sia per il riscaldamento che per il raffrescamento;
- impianto solare termico composto da 30 collettori piani, con cui viene soddisfatto il 58% del fabbisogno di acqua calda sanitaria
- impianto fotovoltaico da 28 kWp di potenza posto sulla copertura dell’edificio, in grado di coprire il 10,6% del fabbisogno elettrico.
Le soluzioni utilizzate e l’adozione di un BMS (Building Management System) evoluto hanno consentito un miglioramento dell’indice di prestazione energetica del 40,2% rispetto alle stime dei consumi di energia primaria di un analogo edificio di riferimento, contribuendo alla nascita di un ospedale a basso impatto ambientale.