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6 dicembre 2021  |  a cura di Industriale Viessmann  |  condividi con

Best practice per piccoli interventi di efficienza energetica

6 dicembre 2021
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Oltre all’adozione di impianti più evoluti, le imprese possono realizzare interventi semplici e di basso impatto economico per promuovere l’efficienza energetica.

AGGIORNAMENTO 6 DICEMBRE 2021

Ci sono almeno tre buoni motivi per cui le imprese devono investire in efficienza energetica, oggi particolarmente importanti.
Il primo è la riduzione dei costi operativi per assicurarsi la competitività, penalizzata in questi mesi dal caro energia; il secondo è la lotta al climate change, che impone prima di tutto di ottimizzare i propri consumi. Infine, c’è il ritorno positivo sull’immagine aziendale generato da comportamenti virtuosi (per sapere di più leggi anche I molteplici effetti benefici dell’efficienza energetica).

L’adozione di misure per l’efficienza energetica nelle imprese prevede percorsi differenti, in funzione del settore di attività e della dimensione aziendale. Le aziende manifatturiere richiedono generalmente interventi di efficientamento sugli impianti più complessi e onerosi, rispetto alle aziende che operano nel terziario, ma esistono per tutti accorgimenti e interventi di basso impatto economico che consentono di efficientare l’esistente, evitando sprechi e diminuendo i consumi. Nelle PMI, in particolare, si nasconde un potenziale di risparmio energetico che, se sfruttato adeguatamente, ha ripercussioni positive importanti sui risultati economico-finanziari e sull’impatto ambientale.

Si tratta spesso solo di effettuare la manutenzione periodica degli apparecchi, di aggiustare funzionamenti scorretti dei macchinari (non anche un motore nuovo può risultare inefficiente se mal utilizzato!), ritarare alcuni parametri, aggiungere piccoli componenti. Ancora, semplicemente, adottare buone abitudini come lo spegnimento dei macchinari in stand-by. 

Come affrontare i piccoli interventi di efficienza energetica

Prima di affrontare qualsiasi progetto di efficienza energetica, grande o piccolo che sia, ogni impresa dovrebbe fare una sorta di auto-valutazione energetica ponendosi delle domande dalle quali possono emergere importanti “lacune”. Eccone alcune:

  • è stata definita una politica energetica con degli obiettivi?
  • il contratto di fornitura di energia è adatto alle esigenze specifiche dell’azienda?
  • il personale è stato sensibilizzato sul risparmio energetico?
  • gli impianti (climatizzazione, gruppi frigoriferi, ecc.) sono soggetti a manutenzioni periodiche?
  • sono presenti impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici, collettori solari ecc.)?
  • il generatore di calore è ad alta efficienza?
  • gli impianti di climatizzazione estiva sono ad alta efficienza?
  • le temperature impostate per gli ambienti sono corrette e regolate in maniera autonoma per zone con esigenze climatiche diverse (uffici, magazzino, laboratori ecc)?
  • i sistemi di illuminazione sono ad alta efficienza? 
  • i locali sono dotati di sistemi automatici di spegnimento delle luci?
  • le macchine e gli apparecchi elettrici sono lasciati in stand-by quando non servono?

L’ultimo punto merita un po’ di attenzione. Lasciare le macchine in stand-by quando non servono non solo fa consumare di più, ma innalza la curva di carico dell’energia elettrica, con la conseguenza di fare alzare il prezzo del contratto con il fornitore. Attraverso l’analisi della curva di carico di ogni macchinario, è possibile riorganizzare i tempi di stand-by. Si può decidere di spegnere alcune macchine quando non vengono utilizzate, oppure si può decidere di azionarle in successione anziché tutte insieme, contribuendo proprio ad abbassare il profilo di carico complessivo.
Anche nelle situazioni in cui può rivelarsi sufficiente efficientare l’esistente con un piccolo intervento, per essere sicuri di centrare gli obiettivi bisogna intervenire dopo il censimento degli usi energetici, con la misurazione dei consumi per ciascun impianto. Si tratta della Diagnosi Energetica o Audit Energetico.

Tutto inizia della Diagnosi Energetica

Per capire da dove iniziare con gli interventi di efficienza energetica è fondamentale svolgere un’analisi approfondita che misuri e valuti i consumi di energia elettrica e termica relativi a tutti i processi e le utenze presenti in azienda. È il compito della Diagnosi Energetica: le grandi imprese e le aziende energivore sono obbligate per legge (Decreto Legislativo 102/2014) a svolgere una diagnosi energetica da aggiornare ogni 4 anni. Anche per le aziende che non rientrano in queste categorie è comunque indicato un audit energetico per porsi degli obiettivi da realizzare, richiedendo la consulenza di una società ESCO (Energy Service Company) o di un Esperto in Gestione Energia (EGE). Per sapere di più leggi la nostra Guida alla Diagnosi Energetica.

Gli interventi che emergono dalla Diagnosi possono essere di diversa natura, ma sono possibili provvedimenti di tipo gestionale, anche a costo zero, con risultati sensibili.

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