L’impennata dei prezzi del gas e, di conseguenza, dell’elettricità, pesa soprattutto sulle aziende energivore. Efficienza e autoproduzione sono le risposte.
Negli ultimi mesi si è scatenata una tempesta perfetta sui mercati energetici e come risultato si è verificata un’impennata dei prezzi di elettricità e gas che ha davvero pochi precedenti. Questo fenomeno pesa inevitabilmente su tutte le famiglie e le imprese, soprattutto su quelle energivore che subiscono un rialzo dei costi di produzione. I settori ad alto consumo di energia, infatti, hanno già lanciato l’allarme perché vedono compromessa la propria marginalità. Vediamo cosa è accaduto e quali strumenti hanno a disposizione le imprese per limitare i danni (e pensare al futuro).
Quanto è aumentato il costo dell’energia?
A fine settembre l’Arera, l’Autorità per l’energia, ha ricalcolato al rialzo le tariffe in bolletta per il trimestre ottobre-dicembre in base al costo medio delle materie prime energetiche dei mesi precedenti. Per fortuna il Governo è intervenuto stanziando 3 miliardi di euro per il contenimento dei rincari, di cui 2 destinati all'azzeramento degli oneri generali di sistema per le utenze elettriche domestiche e per quelle “altri usi bassa tensione fino a 16,5 kW di potenza impegnata”, ossia le piccolissime e piccole imprese (piccoli uffici o esercizi commerciali); per il gas, invece, gli oneri generali sono stati ridotti grazie a uno stanziamento di 480 milioni. Sempre per il gas è stata ridotta l’Iva portandola al 5%. Le bollette, in questo modo, sono cresciute “solo” del 29,8% per l’elettricità e del 14,4% per il gas, considerando i consumi di una famiglia-tipo.
Non sono state più fortunate le imprese produttive che contrattano direttamente le materie energetiche con i propri fornitori e che generalmente lo fanno proprio in questo periodo, all’inizio del cosiddetto “anno termico”. Solo chi aveva in essere un contratto di fornitura pluriennale siglato nel 2020, quando i prezzi erano bassi, può per il momento tirare un sospiro di sollievo. Moto spesso, però, le imprese sottoscrivono contratti indicizzati, che lasciano in totale balia delle fluttuazioni di prezzo di gas ed elettricità.
Da cosa è causato il rincaro dell’energia?
A monte della “tempesta perfetta” c’è il decollo dei prezzi del gas causato dalla ripresa delle attività dopo i lockdown imposti dal Covid, un inverno lungo e un’estate molto calda che hanno inciso sui consumi per il riscaldamento, il raffrescamento estivo e scorte di gas insufficienti da parte di molti Paesi, con i fornitori che si sono trovati in difficoltà nel soddisfare la domanda. Poi ci sì è messo anche il calo della produzione di elettricità da rinnovabili, con una produzione scarsa dell’eolico europeo a causa di un’estate poco ventosa. Infine, la crescita dei prezzi delle quote di CO2 del sistema ETS, raddoppiati rispetto al 2020, che ha spinto a dirottare ove possibile sul gas la produzione, invece che sul più inquinante carbone.
Questo insieme di elementi ha fatto sì che i prezzi del gas in Europa siano quasi quintuplicati dall’inizio dell’anno, con picchi di 100 euro/MWh. E anche il PUN, il Prezzo unico nazionale sulla Borsa elettrica, ha avuto in settembre una quotazione media attorno ai 150 euro/MWh (ma con punte decisamente superiori), da confrontare con i 39 euro/MWh del 2020.
Cosa possono fare le imprese per correre ai ripari?
La dinamica che sta interessando i mercati energetici conferma più che mai l’importanza di contare su tecnologie e sistemi energetici efficienti per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti e per i processi produttivi: sistemi efficienti per la climatizzazione come le pompe di calore di grande potenza e i sistemi VRF, caldaie e generatori di vapore di ultima generazione e dotati di sistemi per il recupero del calore. Quindi, se ancora non l’avete fatto, prima di tutto effettuate una Diagnosi Energetica: solo in questo modo vi sarà possibile scattare una fotografia esatta dei consumi aziendali e individuare i punti critici sui quali agire.
Ma un’emergenza sui prezzi energetici come quella attuale pone anche l’attenzione sull’importanza di poter auto-produrre la propria energia. Spazio quindi a cogenerazione e trigenerazione, che consentono di ottimizzare i consumi di gas producendo contemporaneamente elettricità, calore e freddo, e agli impianti fotovoltaici aziendali per produrre elettricità green sul posto e ridurre il prelievo dalla rete. Infine, un’emergenza come questa può spingere a valutare anche un cambio di combustibile: passando a generatori di calore a biomassa ci si mette al riparo dalle oscillazioni dei prezzi dei combustili fossili e si utilizza una materia prima rinnovabile e poco costosa, soprattutto se disponibile localmente o se costituita dagli scarti di lavorazione del legno.
Per sapere di più sui sistemi energetici efficienti leggi anche la nostra Guida alla sopravvivenza energetica delle aziende.