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7 dicembre 2021  |  a cura di Industriale Viessmann
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Hotel: come ridurre i consumi per l’acqua calda sanitaria

7 dicembre 2021
Alberghiero

L’acqua calda sanitaria è il secondo responsabile dei consumi negli hotel. Ecco gli interventi da fare, sfruttando anche il Superbonus alberghi 80%.

AGGIORNAMENTO 7 DICEMBRE 2021

Gli alberghi consumano in media da 3,8 a 4,4 MWh l’anno solo per produrre acqua calda sanitaria. Si tratta del consumo più importante per il settore dopo quello relativo all’elettricità, superiore persino a quello dovuto al riscaldamento che è compreso tra 2,5 MWh e 3,5 MWh/anno (lo dice l’indagine RSE RSE/2009/162 “Caratterizzazione energetica del settore alberghiero in Italia”).

Bisogna tenere presente, infatti, che mentre le esigenze di riscaldamento sono di carattere stagionale (in inverno), la richiesta di acqua calda negli hotel avviene durante tutto l’anno, in modo particolare nei picchi di alta stagione.
Inoltre, rispetto a come si comportano a casa propria, le persone  quando si ritrovano in una stanza d’albergo si concedono docce molto prolungate (senza contare i consumi delle SPA e aree benessere), tanto che se l’ACS incide per il 20-25% sui consumi termici nel residenziale, in ambito alberghiero tale percentuale sale al 55-60% (per sapere di più sull’efficienza energetica nel settore alberghiero leggi la nostra Guida).

Per gli hotel, dunque, riuscire ad abbassare i costi di produzione dell’acqua calda sanitaria è fondamentale per consentire risparmi notevoli sui costi di gestione, ma spesso quest’azione non viene gestita nel migliore dei modi. Esistono diverse soluzioni tecnologiche per ottenere questo obiettivo, e oggi gli interventi sono realizzabili a costi contenuti grazie al nuovo Superbonus alberghi all’80%, una novità recentissima introdotta con il Decreto legge 152/2021, pubblicato il 6 novembre 2021 sulla Gazzetta Ufficiale n. 265. Il Superbonus alberghi consente di ottenere un credito d’imposta dell’80% e un contributo a fondo perduto fino a un massimo di 100.000 euro per interventi finalizzati all’efficienza energetica (comprese le opere edilizie), alla riqualificazione antisismica e all’eliminazione delle barriere architettoniche, oltre che alla digitalizzazione e alla costruzione di piscine termali. Destinatari del beneficio sono gli alberghi, gli agriturismi, le strutture termali, gli stabilimenti balneari, i parchi tematici, le fiere e i congressi. Il cumulo tra i due incentivi è ammesso nel limite dell’ammontare dei costi sostenuti.

Ecco le soluzioni tecnologiche e gli accorgimenti per contenere i consumi legati al fabbisogno di acqua calda sanitaria negli alberghi.

Solare termico per ACS negli alberghi

Il solare termico è il metodo di sfruttamento di energia pulita rinnovabile più utilizzato per produrre acqua calda sanitaria e come integrazione al riscaldamento. La sua adozione consente di ridurre i costi per l’ACS anche del 50%, e, nella stagione estiva, rende spesso superflua l’accensione della caldaia.
Molti alberghi italiani sono già dotati di impianti solari termici, utili anche per il riscaldamento delle piscine, ma la loro diffusione potrebbe estendersi alla quasi totalità delle strutture ricettive, perché in Italia l’irraggiamento consente di avere buoni rendimenti lungo tutta la penisola.
Un pannello solare termico produce circa da 400 a 600 kWh/m2/anno, a seconda dell’ubicazione, con un ritorno dell’investimento che può avvenire in soli due anni.
Le prestazioni del solare termico dipendono dalla tecnologia del pannello, oltre al corretto dimensionamento dell’impianto. In particolare, esistono due tipologie di pannelli:

  • pannelli solari termici piani, caratterizzati da un buon rapporto costi/benefici e un buon rendimento termico quando le temperature richieste non sono molto elevate, come nel caso della produzione di acqua calda sanitaria o del riscaldamento delle piscine;
  • pannelli solari termici sottovuoto, più costosi ma con un rendimento più alto grazie alle basse dispersioni di energia, sono indicati particolarmente per località a bassa insolazione oppure quando sono richieste elevate temperature.

Caldaie a condensazione

Per quanto riguarda i generatori di calore a combustibile, la prima misura da valutare è la sostituzione della caldaia, che rappresenta il sistema utilizzato dalla maggior parte degli alberghi per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria.
Nel caso di generatori datati (più di 15 anni), oltre alla minore efficienza degli apparecchi bisogna considerare i maggiori costi per la manutenzione ordinaria e straordinaria.
La scelta può ricadere sulle caldaie a condensazione a gas che apportano un risparmio energetico del 30%, grazie al recupero del calore dai fumi di scarico che viene utilizzato per preriscaldare l’acqua di ritorno in caldaia. Le potenze oggi in commercio per questa tipologia di generatori consentono di soddisfare, anche in combinazione a cascata con caldaie modulari, il fabbisogno energetico di strutture ricettive di qualsiasi dimensione. Allo stesso modo, la disponibilità di bollitori di accumulo di grandi dimensioni permette di erogare elevate quantità d’acqua calda nei momenti di picco di richiesta.
Per un corretto dimensionamento dell’impianto è fondamentale rivolgersi a un progettista esperto.

Si può valutare anche l’adozione di una caldaia a biomassa (legna, cippato o pellet), se si vuole ridurre la dipendenza da fonti fossili, specialmente se si ha la possibilità si sfruttare biomassa a filiera corta come nelle zone di montagna.

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Risparmio idrico negli alberghi

Risparmiare sui consumi idrici consente anche di diminuire il fabbisogno per il riscaldamento dell’acqua. Sistemi come regolatori di flusso e soffioni a basso consumo portano a risparmiare fino al 50% di acqua, con un evidente beneficio ambientale (un normale soffione per la doccia eroga circa 15 litri di acqua al minuto) e con un conseguente analogo risparmio sull’energia necessaria per riscaldarla.
L’installazione di questi dispositivi è economica e richiede poco sforzo, potendo avvenire durante le usuali operazioni di controllo di soffioni e rubinetti (come quelli per il rischio di legionella). Dal punto di vista del comfort i regolatori di flusso non incidono sulla percezione di un buon getto d’acqua da parte degli utenti.
Qualche anno fa, grazie al progetto DocciaLight finanziato nell’ambito del meccanismo dei Titoli di efficienza energetica, gli alberghi associati a Federalberghi della provincia di Roma hanno installato erogatori per doccia a basso flusso, determinando a un risparmio giornaliero di 20.000 m3 di acqua.

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