Nonostante i costi di investimento elevati, ci sono situazioni dove la biomassa legnosa è particolarmente consigliabile: se si hanno a disposizione materiali di scarto oppure risorse locali.
Le caldaie a biomassa possono essere utilizzate nelle imprese per soddisfare le esigenze di riscaldamento, ma anche per produrre il calore necessario ai processi produttivi.
Le potenze di questi sistemi arrivano oltre i 10 MW (il catalogo Viessmann mette a disposizione modelli da 20 kW fino a 13 MW), consentendo di coprire una vasta gamma di esigenze.
L’adozione di una caldaia a biomassa, tuttavia, è indicata in determinate situazioni:
- ogni volta che un utente, privato o aziendale, non è servito dalla rete del gas metano, quindi come alternativa ha a disposizione solamente il gasolio, che però inquina di più ed è più costoso;
- quando la biomassa è costituita da propri materiali di scarto dei processi di lavorazione, per esempio nei mobilifici, nelle segherie o nella produzione di pannelli in legno truciolare, che utilizzano il calore prodotto anche per processi produttivi come l’essiccamento;
- nei luoghi dove la materia prima combustibile è di “filera corta”, reperibile con facilità e durante tutti i periodi dell’anno da aree boschive locali, come i luoghi montani.
Se esistono una o più di queste condizioni, la biomassa è senz’altro da prendere in considerazione nel momento in cui si deve sostituire un generatore di calore.
Negli altri casi bisogna valutare tutti i fattori che incidono, positivamente o negativamente, sui costi di gestione.
Installare una caldaia a la biomassa significa anche e soprattutto fare una scelta innovativa con un’ottica che valorizza la filiera locale e il suo prodotto, permettendo di puntare sull’immagine green che se ne ricava.
Conviene installare una caldaia a biomassa?
La convenienza di una caldaia a biomassa è legata al costo del combustibile legnoso, che è decisamente inferiore rispetto al gasolio e al metano.
L’ultimo bollettino disponibile dell’Aiel, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali, riporta un costo medio rapportato all’energia primaria di 143 euro al MWh per il gasolio e di 85 euro/MWh per il metano, mentre per il pellet e il cippato, si scende a 64 e a 29 euro/MWh rispettivamente.
Per contro, bisogna considerare che l’investimento iniziale per questi sistemi è decisamente maggiore, rispetto a un modello di pari potenza alimentato con le tradizionali fonti fossili, e che il rendimento del combustibile legnoso è inferiore, se confrontato con una moderna caldaia a metano.
Inoltre, pesano di più i costi per la manutenzione e quelli elettrici, a causa dell’energia utilizzata per i sistemi di movimentazione della biomassa.
Questi svantaggi economici, tuttavia, non inficiano la convenienza complessiva di un generatore a biomassa: con il pellet si ottiene comunque un risparmio pari a circa il 45% rispetto al gasolio, mentre con il cippato il risparmio sale fino al 55- 60%.
Nel grafico dell’Aiel riportato sotto, relativo all’andamento annuale del costo dell’energia primaria per fonte energetica, è possibile notare non solo le quotazioni più basse di pellet, legna da ardere e cippato, ma anche la minore volatilità dei prezzi lungo i 12 mesi, fatto che consente alle imprese di impostare una previsione dei costi operativi più attendibile.
Un’azienda che installa una caldaia a biomassa fino a 2 MW di potenza per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria, inoltre, può usufruire dell’incentivo del Conto termico, un contributo monetario che copre fino copre fino al 65%
La scelta del tipo di biomassa deve essere fatta, ancora una volta, in base a quello che mette a disposizione la filiera locale.
La scelta di acquistare pellet o cippato che deve essere trasportato da centinaia di chilometri di distanza si rivela, oltre che poco conveniente, anche decisamente meno sostenibile dal punto di vista ambientale.
Le differenti tecnologie di caldaie a biomassa disponibili, del resto, permettono di utilizzare materia prima locale molto diversificata, sia di ottima qualità, sia di media o scarsa qualità (contenente una percentuale superiore di acqua).
Anche un cippato ricco di corteccia, rami e foglie che produce una maggiore quantità di cenere, per esempio, può essere proficuamente utilizzato come combustibile grazie a una tecnologia di combustione evoluta.