Gli impianti che entreranno in esercizio dopo il 29 maggio non potranno più accedere a questo meccanismo. Per l’energia ceduta in rete resta il Ritiro Dedicato.
INDICE:
Cosa succede all’energia non autoconsumata e immessa in rete
Quale differenza c'è tra il Ritiro Dedicato e lo Scambio sul Posto
Come funziona lo Scambio sul Posto
Quanto paga il GSE il contributo in conto scambio
Quando finirà lo Scambio sul Posto
Le alternative per gli impianti attivati dopo il 29 maggio
Come funziona il Ritiro Dedicato
Quanto paga il GSE il Ritiro Dedicato
Ritiro Dedicato con prezzo zonale orario o prezzo minimo garantito?
Cosa succede all’energia non autoconsumata e immessa in rete
Autoconsumare l'energia elettrica prodotta dal proprio impianto, tipicamente fotovoltaico, consente a privati, aziende e PA:- di aumentare la propria sostenibilità ambientale
- di aumentare la sicurezza energetica, in quanto si è più riparati dalla continua oscillazione delle tariffe
- di ottenere un risparmio sulle forniture: più si riesce a massimizzare la quota di autoconsumo, maggiore è il risparmio in bolletta.
Non tutta l’elettricità prodotta con fotovoltaico, però, può essere consumata immediatamente sul posto. Affiancando a un impianto di produzione un sistema di accumulo si può aumentare il grado di autoconsumo, ma resterà comunque una quota di energia in eccesso che dovrà essere immessa in rete.
Come si può ottenere una valorizzazione economica della quantità che non si riesce ad auto-consumare, per esempio perché le fasce orarie di produzione e consumo non coincidono?
Attualmente (ancora per pochissimo tempo) in Italia esistono principalmente due modalità per vedersi remunerare l'energia immessa in rete, utilizzabili in alternativa: lo Scambio sul Posto (SSP) e il Ritiro Dedicato (RID) ma tra poco il primo cesserà di esistere e resterà solo il Ritiro Dedicato. Entrambe le forme di remunerazione sono gestite dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici.
Quale differenza c'è tra il Ritiro Dedicato e lo Scambio sul Posto
Sintetizziamo la differenza tra le due modalità di remunerazione dell'energia prodotta in eccesso da un impianto fotovoltaico (poi lo spieghiamo nel dettaglio). Mentre il meccanismo di SSP è una compensazione economica tra l'energia immessa in rete e quella prelevata in un secondo momento, il Ritiro Dedicato è una vera e propria vendita dell'energia elettrica in eccesso e il proprietario dell'impianto diventa un venditore.
Lo SSP è più conveniente se risulta similare la quantità di energia elettrica prelevata dalla rete a quella immessa (perché su questa quota scambiata vengono scontati parte degli oneri) ed è sempre stato preferito in ambito residenziale al Ritiro Dedicato.
Il Ritiro Dedicato, invece, risulta più indicato per impianti che producono molta energia con un autoconsumo minimo (con una quota ininfluente di energia scambiata), come avviene ad esempio per impianti a terra progettati per la pura vendita di energia.
Come funziona lo Scambio sul Posto
Il regime di SSP è utilizzabile per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili e per la Cogenerazione ad Alto Rendimento fino a 200 kW di potenza (la potenza degli impianti di produzione complessivamente installata nel sito non deve essere superiore a 500 kW).
Il requisito necessario è la presenza di impianti con un unico punto di connessione con la rete pubblica.
Il GSE riconosce un compenso per la differenza tra il valore (non la quantità) riconosciuto all'energia immessa in rete in un determinato momento, ad esempio in estate, e il valore corrisposto per l'elettricità prelevata in un momento diverso, per esempio in inverno (valore più alto).
In sostanza, viene remunerata la quota di energia scambiata, con una sorta di “rimborso parziale” delle bollette. Inoltre, se a fine anno la quantità di energia immessa in rete è maggiore di quella prelevata dalla rete, le eccedenze possono essere a loro volta remunerate dal GSE.
Quanto paga il GSE il contributo in conto scambio
Mentre le eccedenze sono valorizzate in modo molto semplice (corrispondono alla differenza tra il valore in euro delle immissioni e quello dei prelievi) la formula per calcolare l'ammontare del contributo in conto scambio (Cs) dello SSP è più complessa:Cs = min (tra Oe e Cei ) + CUsf x Es.
- Oe è l'onere per l'energia prelevata dalla rete ed equivale al PUN, il Prezzo Unico Nazionale (una media oraria e zonale dei prezzi variabili rilevati giorno per giorno sulla Borsa elettrica), moltiplicato per i kWh prelevati.
- Cei è il controvalore dell'energia immessa in rete, ma determinato in base ai prezzi zonali e agli orari di immissione in rete della borsa elettrica, calcolato in euro moltiplicato per i kWh immessi.
- CUsf è il Corrispettivo unitario di scambio forfetario, un parametro che quantifica i costi di rete e gli oneri generali di sistema normalmente pagati in bolletta. In pratica, è una componente che consente di rimborsare anche una parte dei costi fissi
- Es è la quantità di energia scambiata espressa in kWh, corrisponde al valore minore tra immissioni e prelievi.
In estrema sintesi, dato che tutta l'energia prelevata dalla rete viene già pagata al fornitore in bolletta, il Cs rimborsa il valore di quella quota di energia prelevata che è “coperto” dal valore della quota di energia immessa. A questo reintegro viene aggiunto il rimborso di una parte di costi fissi calcolati sull'energia scambiata.
Il GSE eroga il contributo in acconto su base semestrale e in successivo conguaglio su base annuale. Dal 1° gennaio 2015, i soggetti in regime di SSP (a esclusione degli impianti fino a 3 kW di potenza) devono corrispondere al GSE una tariffa a copertura degli oneri di gestione in funzione della potenza dell'impianto.
Quando finirà lo Scambio sul Posto
Chi vuole sfruttare lo Scambio sul Posto per il proprio impianto fotovoltaico deve davvero affrettarsi, perché resterà disponibile solo per gli impianti entrati in esercizio entro il 29 maggio 2025 e l’ultima data utile per presentare una richiesta di accesso è il 26 settembre.
La sua fine era nell’aria da tempo, per dare maggiore impulso alle Comunità Energetiche Rinnovabili sulle quali si punta per il futuro sviluppo delle fonti pulite, che prevedono regole diverse e spingono maggiormente sull’auto-consumo e sul meccanismo incentivante di condivisione virtuale dell’energia che si basa sul presupposto che l’energia sia immessa in rete in regime di RID.
Lo stop al meccanismo è stato ufficializzato prima con il Decreto ministeriale del 30 dicembre 2024 entrato in vigore il 28 febbraio 2025, poi con la successiva delibera 78/2025 dell’Arera del 4 marzo scorso (tutto in attuazione di quanto previsto dall'art. 9, del Decreto Legislativo 199/21) che ha messo nero su bianco le date di cessazione.
Un successivo provvedimento della stessa Arera regolerà in maniera più dettagliata il completamento del graduale superamento del meccanismo e provvederà inoltre a una semplificazione per il Ritiro Dedicato.
Anche gli impianti esistenti che attualmente sfruttano il regime di SSP dovranno abbandonarlo gradualmente. In particolare, i contratti con il GSE attivati da meno di 15 anni continueranno a essere validi fino al raggiungimento di tale soglia, dopodiché non potranno essere più rinnovati.
Non pochi proprietari di impianti che avevano già superato i 15 anni il 31 dicembre scorso sono già stati trasferiti automaticamente al Ritiro Dedicato, che prevede la vendita della quota di elettricità non auto-consumata al GSE, a partire dal 1° gennaio di quest’anno.
Le alternative per gli impianti attivati dopo il 29 maggio
Cosa può fare, quindi, il proprietario di un nuovo impianto fotovoltaico che entrerà in esercizio dopo il 29 maggio per guadagnare dall’elettricità non immediatamente auto-consumata?
Il modo più semplice per massimizzare la redditività del proprio impianto è quella di aumentare il più possibile l’autoconsumo dell’energia prodotta per ridurre la quantità di elettricità immessa in rete. Potenziare l'autoconsumo, ad esempio concentrando il fabbisogno elettrico elettrici nelle ore di sole, permette di incrementare il guadagno, poiché il valore del risparmio in bolletta è superiore alla remunerazione di quella venduta al Gse.
Va detto che nel caso delle imprese produttive, dove i consumi avvengono prevalentemente di giorno, già un impianto senza accumulo ben dimensionato permette buone percentuali di auto-consumo. Con un sistema di accumulo elettrico correttamente dimensionato, però, la quota di autoconsumo può ulteriormente crescere fino a percentuali superiori all’80%.
Per la quota di elettricità immessa in rete il proprietario dell’impianto potrà sottoscrivere con il GSE un contratto di Ritiro Dedicato (il RID che spieghiamo qui sotto). Oppure, potrà decidere di aderire a una CER (Comunità energetica rinnovabile) che permette di accedere a incentivi specifici per l’elettricità auto-prodotta, condivisa e auto-consumata.
Come funziona il Ritiro Dedicato
Il Ritiro Dedicato o RID è una modalità semplificata a disposizione dei produttori di elettricità per il collocamento sul mercato dell'energia elettrica immessa in rete, alternativa alla vendita diretta in Borsa.
In pratica, con il Ritiro Dedicato il GSE funge da acquirente e intermediario tra il produttore e il mercato e acquista tutta l’energia immessa in rete, con il vantaggio di semplificare le procedure per il venditore e offendo, a determinate condizioni, una redditività più sicura rispetto ai prezzi della Borsa, grazie alla possibilità di scegliere i prezzi minimi garantiti offerti come opzione con il Ritiro Dedicato.
Per accedere al Ritiro Dedicato è necessario sottoscrivere con il GSE un contratto che dura un anno e che si può rinnovare tacitamente. I pagamenti per l'energia immessa avvengono mensilmente, con un conguaglio a fine anno.
Possono richiedere l'accesso al Ritiro Dedicato i produttori di impianti che rispettino le seguenti condizioni:- potenza inferiore a 10 MW alimentati da fonti rinnovabili e non rinnovabili;
- potenza illimitata per impianti che producono energia elettrica dalle seguenti fonti rinnovabili: eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica (limitatamente agli impianti ad acqua fluente);
- potenza uguale o superiore a 10 MW, alimentati da fonti rinnovabili diverse dalle fonti rinnovabili citate in precedenza.
Quanto paga il GSE il Ritiro Dedicato
Il valore di ritiro dell'energia elettrica da parte del GSE con il contratto di Ritiro Dedicato è definito dall’Arera ed è pari al prezzo zonale orario, ossia il prezzo che si forma sul mercato elettrico che varia in base all'ora nella quale l'energia viene immessa in rete e alla zona di mercato in cui si trova l'impianto.
Con il RID è possibile richiedere, in alternativa al prezzo zonale orario, l'applicazione del prezzo minimo garantito, se l'impianto è:- a fonte rinnovabile, non incentivato con altri meccanismi che remunerano l'energia prodotta, di potenza fino a 1 MW
- fotovoltaico, incentivato, di potenza fino a 100 kW;
- idroelettrico, incentivato, di potenza efficiente fino a 500 kW.
Il prezzo minimo garantito del Ritiro Dedicato varia a seconda della fonte di energia che alimenta l’impianto ed è stabilito annualmente dall’Arera (nel 2025 per il fotovoltaico è pari a 4,64 centesimi di euro per kWh).
La richiesta di Ritiro Dedicato al GSE va inoltrata entro 60 giorni dall'entrata in esercizio dell'impianto. Il contratto dura un anno ed è tacitamente rinnovabile. Come per il SSP, anche nel caso del Ritiro Dedicato dal 2015 è prevista una tariffa da corrispondere al GSE per gli oneri di gestione, verifica e controllo, differenziata per fonte di alimentazione e calcolata sulla base della potenza dell'impianto.
Il Ritiro Dedicato dal punto di vista fiscale è considerato un reddito (di fatto è vendita di energia), per cui viene cumulato agli altri redditi del privato o dell’impresa e quindi tassato di conseguenza.
Ricordiamo che ai ricavi ottenuti con la commercializzazione dell’energia tramite Ritiro Dedicato possono aggiungersi altri incentivi di cui gode l’impianto, ad esclusione degli incentivi in forma di Tariffa onnicomprensiva (come previsto ad esempio nel V Conto Energia che includeva la componente di ricavo da vendita dell’energia).
Ritiro Dedicato con prezzo zonale orario o prezzo minimo garantito?
Il servizio di Ritiro Dedicato con prezzo zonale orario è conveniente se gli impianti producono molta energia nelle ore in cui il prezzo di mercato è alto. È indicato, quindi, se si ha la possibilità di monitorare i prezzi e se si ha la certezza di produrre energia ed effettuare la cessione in determinate fasce temporali. Si corre il rischio, tuttavia, di subire l’andamento imprevedibile del mercato nelle diverse ore.
I prezzi minimi garantiti, per contro, sono l’opzione più indicata nell'ambito del Ritiro Dedicato per chi preferisce avere certezza sull’entità della remunerazione dell’energia ceduta in rete.
Per concludere, vale la pena sottolineare che il prezzo migliore, quello che consente ai produttori di ottenere il migliore guadagno, è sempre quello dell’energia autoprodotta e auto-consumata dagli impianti fotovoltaici: è gratuita.